Venezia 75 ha visto il ritorno del Premio Oscar László Nemes, in concorso con Tramonto (Sunset), ambizioso e raffinato mistery sul crepuscolo della civiltà europea alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Vincitore del premio FIPRESCI e al cinema dal 4 al 6 febbraio con Movies Inspired
Budapest, 1913. La giovane Irisz Leiter torna nella capitale ungherese dopo aver studiato in Italia come modista. Il suo sogno sarebbe lavorare nella celebre cappelleria dei suoi defunti genitori, ma il Signor Brill, il nuovo proprietario, la respinge senza mezzi termini. Irisz, però, è intenzionata a restare, specie dopo aver scoperto l’esistenza di un fratello, Kálmán, che vive nascosto per essersi macchiato di un misterioso delitto. Inizia, così, per la ragazza un viaggio alla scoperta del lato più buio di una civiltà sull’orlo della rovina.
László Nemes, Premio Oscar per il potentissimo Il figlio di Saul, torna a Venezia, e al cinema solo dal 4 al 6 febbraio, con il suo secondo e atteso lungometraggio, Tramonto (Sunset).
Stavolta il regista ungherese s’interroga sul suicidio dell’Europa all’inizio del secolo scorso, non fornendo alcuna risposta, ma ponendo brucianti interrogativi che divengono ancor più inquietanti considerando gli scenari attuali.
Tramonto (Sunset) è in realtà un raffinato mistery dagli echi romanzeschi, ma dallo stile ardito e anticonvenzionale, che conferma ciò che più ci esaltò ne Il figlio di Saul.
Se infatti è vero che dall’orrore di Auschwitz passa agli eleganti ambienti mitteleuropei, Nemes ripropone la stessa scelta immersiva, la stessa fiscalizzazione dall’interno, gli stessi esaltanti virtuosismi registici e lo stesso percorso labirintico alla scoperta dell’inferno.
Qui sceglie, però, come protagonista una giovane donna che vaga per Budapest in cerca di qualcuno, facendo emergere dal suo sguardo il senso di angoscia e smarrimento vissuto dalla città alla vigilia del primo conflitto mondiale.
La camera a mano la segue costantemente e le lunghe riprese in semi-soggettiva e gli incessanti suoni di una Budapest brulicante ed oscura accrescono la sensazione di malessere e di minaccia.
“La protagonista femminile è un personaggio reale ma dallo sguardo speciale – racconta Nemes -. Non riesce infatti ad avere accesso alla complessa rete che la circanda, quasi come fosse costretta in una sorta di pietrificazione. Ma al contempo è spinta a muoversi, a progredire, a scoprire ciò che accade. Infatti l’elemento che trovo più interessante nel film è immergere lo spettatore in una storia non convenzionale, in un viaggio alla scoperta della Storia, da una prospettiva del tutto inusuale“.
La narrazione di Tramonto (Sunset) risulta, però, ancor più affascinante perché oscilla costantemente fra una dimensione di iperrealismo ed una più ambiguamente onirica o paranoica, incrinando così qualsiasi certezza dello spettatore. “Sono stato influenzato da molti autori, Kafka su tutti – prosegue il regista -. Per lui l’interrogativo è più importante della risposta”.
“Il mio personaggio è puro e senza esperienza – afferma l’attrice protagonista Juli Jakab -, ma pian piano che prende coscienza della situazione, comincia a porsi degli interrogativi e a far emergere la sua vera personalità. Si rende conto che per poter crescere deve conoscere le sue radici e la sua storia“.
Tramonto si rivela, insomma, un’opera coraggiosa, complessa ed ambiziosa, confermando l’indubbio talento di un cineasta di cui sentiremo ancora a lungo parlare. Distribuisce in sala Movies Inspired.
Roberto Puntato