Il metodo di lavoro di Taika Waititi, l’amore per il personaggio di Jane Foster e le autrici italiane che l’hanno maggiormente ispirata: Natalia Ginzburg ed Elena Ferrante
Il Premio Oscar Natalie Portman a Roma per presentare il nuovo film Marvel Studios, Thor: Love and Thunder (qui la nostra recensione), uscito nelle sale italiane il 6 luglio distribuito da Walt Disney. Nella serata di ieri, inoltre, l’attrice ha fatto una sorpresa ai suoi fan, comparendo al Cinema The Space di Piazza della Repubblica prima della messa in onda del film.
Nell’incontro di stamattina con la stampa, la Portman si è soffermata a parlare del metodo di regia di Taika Waititi, già al secondo film dedicato al Dio del Tuono e caratterizzato dal tono leggero e scanzonato con cui porta in scena i supereroi Marvel.
“Lavorare con Taika significa creatività e spontaneità, ed infatti sono proprio queste le caratteristiche che lui richiede ai suoi attori – racconta la Portman – Il suo modo di fare cinema procura gioia e divertimento, impregnato di un umorismo surreale, intelligente e mai irrispettoso. Taika ci ha chiesto di improvvisare molto, lasciandoci liberi di dare spazio alla nostra immaginazione, un po’ come se fossimo dei bambini. Grazie a questo metodo, abbiamo riscoperto il valore del gioco e la gioia della fantasia. Per me, che sono un’attrice abituata a prepararsi bene prima di girare, è stata una bella sfida”.
Il personaggio interpretato dalla Portman nel film è quello di Jane Foster, astrofisica ed ex fidanzata di Thor che, mentre si sta curando da un cancro, acquisisce poteri simili a quelli del protagonista. Un personaggio che subisce una notevole evoluzione nel corso della vicenda, divenendo centrale all’interno di quest’ultimo capitolo. Dotata di un’intelligenza estremamente elevata, è anche uno dei pochi esseri umani degni di sollevare e brandire Mjolnir.
“Amo il personaggio di Jane perché è una donna in cui è facile immedesimarsi, con i suoi dubbi, le sue paure e le sue debolezze – continua l’attrice – Allo stesso tempo, però, è una tosta, una che cerca il senso della propria vita e che non si tira indietro quando ci sono delle sfide da affrontare. Oggi, per fortuna, sono molte le supereroine che ci capita di trovare sulla carta o sullo schermo: un tempo non era così ed era davvero difficile per una donna avere qualcuno in cui riconoscersi in un modo supereroistico dominato da uomini.
Eppure, nonostante questi passi avanti, a mio parere non basta ancora. Non dovremmo, infatti, più sorprenderci di trovare una supereroina come Jane Foster, dovrebbe, anzi, essere la norma! In Thor, per fortuna, oltre a Jane, c’è una intera squadra al femminile e questo penso sia davvero un messaggio importante per i più giovani, che possono così riconoscersi con personaggi di ogni genere”.
Natalie non manca, inoltre, di accennare ai prossimi progetti in cui è coinvolta. “Spero di riuscire a tornare alla regia – afferma – mi piace esplorare nuove modalità di espressione. Attualmente sto lavorando a un progetto che sto anche producendo e che arriverà su Apple TV+: si intitola “Lady in the lake”. E poi mi interessa mettere in scena l’esperienza e il punto di vista delle donne. In tal senso, ci sono due autrici italiane che mi hanno molto influenzato e che per me sono state una rivelazione: Natalia Ginzburg ed Elena Ferrante“.
Alberto Leali