Musicanti è lo spettacolo che rende omaggio al grande cantautore partenopeo e dal 7 al 12 maggio farà tappa al Teatro Olimpico di Roma
Dopo il grande successo a Napoli, Milano, Bari, Firenze, Torino e Assisi, Musicanti – Il musical con le canzoni di Pino Daniele arriva anche a Roma sul palco del Teatro Olimpico.
Prodotto da Ingenius Srl e curato nella direzione artistica da Fabio Massimo Colasanti, Musicanti chiuderà il tour invernale nella Capitale e avrà anche una data estiva all’Arena Flegrea di Napoli, dove arriverà l’8 giugno.
La band e il cast dello spettacolo saranno, inoltre, premiati in occasione del Festival Tulipani di Seta Nera, che si svolgerà sempre a Roma dal 3 al 5 maggio.
<<Siamo felici di poter ricevere questo premio che in qualche modo riflette la musica di Pino, perché anche lui ha trattato nelle sue canzoni i temi della diversità di genere e dell’immigrazione>>
Un successo, quello di Musicanti, dovuto all’abile mescolanza di canzoni, danza, storie d’amore e drammaturgia, che fa rivivere l’universo musicale ed emozionale di Pino Daniele.
Siamo nella Napoli degli anni ’80 e in un bar canta Anna, alle prese con una vita non facile, in una città intrisa di contraddizioni e culture diverse.
Ad interpretarla è la talentuosa cantante e attrice Noemi Smorra, già apprezzata a teatro in spettacoli come Datemi tre caravelle, La Divina Commedia e I Promessi Sposi – Opera Moderna.
Noemi Smorra e Alessandro D’Auria in una scena di Musicanti (ph Manuela Giusto)
Noemi, secondo te perché questo spettacolo sta riscuotendo così tanto successo?
Siamo molto contenti di essere partiti col botto, soprattutto dalla città di Pino Daniele, la sua Napoli. Secondo me sono molti i motivi del successo: innanzitutto la band è quella originale con la quale Pino ha suonato per oltre vent’anni, in secondo luogo lo spettacolo intreccia musica, ballo, drammaturgia, divertimento e storie d’amore nella Napoli degli anni Ottanta. Quindi è una storia inedita che rende unico uno spettacolo arricchito dalle canzoni più celebri di Pino.
Il tuo personaggio vive una condizione non tanto semplice in quella Napoli degli anni ’80…
Sì. Io sono Anna, una cantante e una musicista del Ue man, che è anche il titolo di una famosa canzone di Pino, luogo nel quale si svolge tutta la storia. E’ un locale in cui i personaggi e le storie si intrecciano, depositario non solo di un’importante tradizione musicale, ma anche di un messaggio di resistenza che nei luoghi di cultura è sempre esistito. Attraverso Anna, lo spettacolo parla di molti temi attuali, tra cui quello della condizione femminile, in quanto per la protagonista la musica è un’ancora di salvezza in un mondo dominato da uomini per nulla sensibili. Anna si innamorerà di Antonio (Alessandro D’Auria), un ragazzo che ritorna nella sua terra natia per il lascito testamentario di un padre di cui non ha mai saputo nulla.
Cosa rappresenta per te la musica di Pino Daniele?
La sua musica è la mia infanzia. Io sono cresciuta con “Terra Mia”, perché mio padre è chitarrista classico e a casa si respirava tanto di Pino. Per me questo spettacolo è stato un richiamo emotivo, un viaggio intenso e complesso. Alla fine, sentire la gente che non smette di applaudire, chiede il bis e grida il nome di Pino ci rende orgogliosi di aver trasmesso qualcosa.
Che Napoli si racconta nella storia del musical?
La Napoli che si racconta è quella che trova una via d’uscita, nel nostro caso la musica, che è ben lontana dallo stereotipo che tutti noi conosciamo. Una città diversa, nonostante i suoi pro e i suoi contro. Nello spettacolo si uniscono momenti drammatici e momenti di divertimento e ciò fa emergere ciò che è la musica di Pino: al contempo malinconica e brillante.
Noemi, grazie a questo spettacolo hai capito qualcosa in più di Pino Daniele rispetto all’idea che avevi in precedenza?
Sì. Di Pino ho capito che non era uno che si piangeva addosso, che aveva un sorriso di consapevolezza che lo portava a non drammatizzare. Anche nei suoi pezzi più lirici, infatti, c’è una consapevolezza altra, un distacco che permette all’ascoltatore di entrare negli spaccati che raccontava. Grazie alla sua musica, si respira una città diversa da quella raccontata dagli altri e, come ho detto in precedenza, il consenso del pubblico alle fine di ogni spettacolo ce lo dimostra.
Roberto Puntato