Diretto da Stefano Sardo, arriva al cinema dal 20 marzo distribuito da Medusa
Muori di lei è un film che affronta il malessere esistenziale di un uomo intrappolato tra le aspettative sociali, familiari e i propri fallimenti. Diretta da Stefano Sardo, la pellicola esplora la crisi del protagonista Luca (Riccardo Scamarcio), che vive un’esistenza segnata da frustrazione e da una serie di dinamiche familiari oppressive. La sua condizione di impotenza, non solo fisica ma anche psicologica, lo rende un personaggio fragile e incapace di prendere in mano la sua vita, se non attraverso una relazione clandestina con Amanda (Mariela Garriga), una figura misteriosa che lo destabilizza ulteriormente.
Luca e sua moglie Sara (Maria Chiara Giannetta) sono una coppia alle prese con le difficoltà dell’infertilità, e il loro rapporto è condizionato dalla presenza ingombrante del padre di Sara, Antonello (Paolo Pierobon), un medico arrogante e autoritario che sembra dominare la vita dei due giovani. Il film si sviluppa durante il periodo del lockdown, utilizzando l’isolamento forzato non solo come contesto temporale, ma come metafora delle frustrazioni interiori del protagonista, che vive un’esistenza schiacciata dalle aspettative degli altri e dal suo senso di inadeguatezza.
Il personaggio di Luca è il più complesso e sfaccettato, diviso tra il desiderio di essere un eroe, un uomo che riesce a superare le sue difficoltà, e il peso di un’identità maschile che sente di non riuscire a incarnare. La sua relazione con Amanda, che entra nella sua vita come una tentazione, lo porta a confrontarsi con i suoi limiti, rivelando un uomo incapace di affrontare le sue paure e di assumersi le responsabilità delle sue azioni. Il film disegna un uomo dalle molteplici contraddizioni, un individuo che, pur avendo buona volontà, non ha il coraggio di affrontare le sue sfide.
Tuttavia, Muori di lei soffre di alcuni passaggi narrativi che appesantiscono la visione. Nonostante il ritmo non sia mai troppo frenetico e il film mantenga una durata contenuta (99 minuti), la tensione emotiva non sempre riesce a coinvolgere completamente lo spettatore. Inoltre, la voce fuori campo, che introduce e guida la storia, risulta spesso superflua e invasiva.
Anche la rappresentazione dei personaggi femminili è un punto critico. Amanda e Sara ricalcano in modo troppo evidente gli stereotipi della femme fatale e della santa, riproponendo schemi narrativi ormai obsoleti. Amanda, la donna sensuale e pericolosa, e Sara, la moglie devota e innocente, sono figure troppo nette e poco sfumate. La pellicola sembra cadere nella trappola di un racconto che non riesce a superare questi cliché, nonostante il tentativo di trattare temi come l’infertilità e la violenza di genere.
Il film si propone come una riflessione sulla crisi dell’uomo contemporaneo, ma è popolato da personaggi che, pur avendo potenziale, si muovono in un contesto narrativo che non li esplora abbastanza a fondo. Sebbene la trama non manchi di colpi di scena, l’uso di troppe complicazioni nella parte finale finisce per indebolire l’intensità emotiva del film. In conclusione, Muori di lei è un film interessante per i temi trattati, ma che non riesce a superare le sue imperfezioni narrative e i limiti nei suoi personaggi.
Federica Rizzo