Il signor Ove è un burbero e misantropo cinquantanovenne, ormai stanco della vita. I suoi ripetuti tentativi di suicidio vengono però puntualmente vanificati dall’intervento involontario dei suoi vicini di casa. L’arrivo di una nuova famiglia, l’iraniana Parveneh, il suo imbranato marito e l’adorabile figlioletta porterà però diverse novità nella vita di Ove.
Lo svedese Mr. Ove, candidato all’Oscar 2017 nelle categorie di miglior film in lingua straniera e di miglior trucco, è una commedia intinta di dramma, che ruota attorno alla figura, parecchio cara al cinema, dell’anziano burbero ed egoista che, per una serie di circostanze, finirà per aprirsi agli altri e per dare un nuovo senso alla propria vita (si pensi a Gran Torino, o a Qualcosa è cambiato, tanto per fare qualche esempio).
Questa volta l’elemento “disturbante” della mortifera esistenza di Ove è l’arrivo di una persiana vitale, invadente e chiacchierona, che riuscirà, seppur con fatica, a conquistare il cuore indurito del protagonista. Tra i due nascerà infatti una bella amicizia, scandagliata da lezioni di guida, manicaretti, lavori in casa e tante chiacchiere e risate. Narrativamente nulla di nuovo, certo, ma Mr. Ove funziona nella riuscita e spesso divertente descrizione del protagonista, interpretato da un notevole Rolf Lassgård, che ne fa emergere con forza ossessioni, pregi e contraddizioni.
La struttura di Mr. Ove, inoltre, non sceglie la linearità, ma alterna presente e passato in un abile, ma anche qui non certo nuovo, gioco di flashback, in cui vengono a galla episodi della gioventù del protagonista. Ad ogni tentativo di suicidio fallito, infatti, Ove ripercorre parti della sua vita, ricordando in particolare l’amore profondo che lo legava alla compianta moglie Sonja, segnata da un destino doloroso.
E sono queste le sequenze più commoventi (persino troppo!) di un film che alterna, attraverso una formula narrativa classica ma sempre efficace, lacrime e risate. Perché il nostro protagonista, in fondo, ha un cuore d’oro, che cerca solo in tutti i modi di tenere nascosto.
Roberto Puntato