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Terzo film dello Spider-Man Universe dopo i due Venom, Morbius mette al centro della sua storia un villain, un nuovo avversario dell’Uomo Ragno fumettistico, introducendoci uno degli antieroi più avvincenti ed enigmatici dell’universo Marvel.
Michael Morbius (Jared Leto) è un medico straordinariamente brillante e di fama mondiale, che ha lottato contro le malattie trasmesse per via ematica fin dall’infanzia. Affetto da una rara e pericolosa patologia del sangue e determinato a salvare chiunque sia destinato a subire la sua stessa sorte, Morbius si addentra in un territorio moralmente discutibile, esplorando la possibilità di innestare il DNA dei pipistrelli al DNA umano.
Un po’ Dr Jekyll e un po’ Mr Hyde, Morbius avrebbe potuto sfruttare una serie di elementi davvero affascinanti del personaggio, doppio, interpretato da Jared Leto, ma purtroppo si accontenta di un intreccio classico ed affrettato, che non fa altro che rimuginare sui cliché del vampirismo.
Il problema centrale di Morbius è una sceneggiatura pigra e poco entusiasmante che non riesce a dare profondità a nessun personaggio.
Nell’ottica di fare del protagonista un personaggio che si muove sulla sottile linea tra malvagità ed eroismo, il film di Daniel Espinosa ha qualche trovata visivamente accattivante e vive grazie alle buone performance di Jared Leto e Matt Smith.
Il tropo degli amici trasformati in nemici può essere un catalizzatore interessante e avvincente per l’azione, ma purtroppo non viene approfondito, così come la storia d’amore tra Morbius e Martine Bancroft, interpretata da Adria Arjona.
Dando priorità all’azione rispetto alla sostanza dei personaggi, Morbius segue una struttura da manuale che non riserva nessuna sorpresa.
Un film sicuramente più dark e oscuro rispetto ai suoi predecessori che non riesce, però, a connettersi all’emotività e all’empatia dello spettatore che rimane, così, impassibile.
Federica Rizzo