Il Maestro Milo Manara è in mostra a Roma dal 26 maggio al 9 luglio 2017 con «MACROMANARA – Tutto ricominciò con un’estate romana», che ripercorrerà l’intera carriera del fumettista veronese attraverso due percorsi principali: da una parte una ricca proposta antologica, attraverso la quale si tracceranno tutte le grandi opere degli anni ’70, ’80 e ’90 (dalle straordinarie tavole di Giuseppe Bergman a quel ‘Tutto ricomincio con un’estate indiana’ che lo vide lavorare in coppia con l’amico Hugo Pratt, con il quale – successivamente – realizzò anche El Gaucho). E ancora ‘Lo Scimmiotto’, ‘Gulliveriana’, ‘Le storie del Gioco, di Miele’ e molto altro. Dall’altra, la produzione più contemporanea (completa delle commission estere per Stati Uniti e Francia) e il suo rapporto con Roma e il cinema: dalla Cinecittà di Federico Fellini fino ai Borgia e Caravaggio, con una serie di illustrazioni dedicate ad alcune dive cinematografiche che saranno esposte per la prima volta e andranno a comporre un portfolio inedito che Comicon Edizioni presenterà in anteprima all’ARF! Festival.
Ieri pomeriggio, negli spazi de La Pelanda- Macro Testaccio, Milo Manara ha incontrato la stampa, che ha potuto intervistarlo e godere in anteprima della mostra di 97 opere a lui dedicata. Manara ha parlato del suo rapporto speciale con Roma: ‘Tra i miei numerosi omaggi a Roma, il più divertito è sicuramente in Asterix. In Caravaggio, invece, la città è uno dei personaggi fondamentali della storia: c’è soprattutto la Roma dei palazzi storici e dei ruderi. Ruderi che mi faceva notare al buio della notte Fellini, sottolineandomi come fossero organici, come degli animali addormentati che potevano col cambiare della luce anche muoversi. D’altronde Fellini è stato subito incantato da Roma, sin dal suo primo giorno. Ne I Borgia, invece, ci sono i grandi palazzi, che non sono certo quelli attuali; ci sono anche San Pietro e la Cappella Sistina, che ho in parte reinventato tenendo presente lo status dell’epoca’. Alla domanda se ritenga riduttivo essere considerato il Maestro dell’eros, Manara risponde: ‘Ciò mi aiuta ad essere riconosciuto e riconoscibile, ma nella mia vita ho disegnato di tutto e ritengo chiaramente tale definizione un po’ riduttiva, anche se certamente non me ne vergogno. Col tempo anche la visione dell erotismo è cambiata, ma rimane un aspetto importante della vita’. Manara parla, poi, del suo rapporto con Fellini: ‘Nel 1985 Fellini compiva 65 anni e Mollica era redattore della Rai. Mollica invitò i giovani artisti a fare un disegno o un acquerello per festeggiare il compleanno del Maestro; le tavole sarebbero, poi, state esposte in una galleria. Io ho disegnato una storiella ispirata ai disegni di Fellini. Lui l’ha gradita molto e mi ha invitato a Cinecittà dove stava terminando le riprese de ‘E la nave va’ e iniziando quelle di ‘Ginger e Fred’. Mi fece avere un pass per i suoi set, così io ero completamente libero di muovermi. Ho assistito a ‘Ginger e Fred’ e ‘Intervista’ e ne ho fatto anche i manifesti’. Sui suoi disegni su Brigitte Bardot, Manara afferma: ‘Brigitte Bardot voleva raccogliere denaro per la sua fondazione animalista, ma nn voleva essere fotografata. Ha deciso, quindi, di mettere all’asta delle sue immagini disegnate e ha voluto che le facessi io, così come il monumento a lei dedicato a Saint Tropez. Il monumento a breve sarà pronto, nonostante i ritardi, e sarà inaugurato il 28 settembre, il giorno del suo compleanno’. In merito al suo rapporto con Alejandro Jodorowsky: ‘Jodorowsky voleva leggermi i tarocchi ma la cosa non mi interessava– afferma sorridendo-. ‘I rapporti con lui sono ottimi e vado spesso a trovarlo. La sua sceneggiatura de I Borgia è chiaramente una manomissione storica e spesso lui stesso mi ispirava a disegnare ciò che scriveva. E io, impavidamente, lo facevo, nonostante la scabrosità dei temi e il timore della censura. Il mio unico rifiuto? Quando mi ha chiesto di disegnare un amplesso tra Leonardo Da Vinci e Cesare Borgia. Non riuscivo a immaginarmi la scena’.
Ancora, sul progetto felliniano ‘Il viaggio a Tulum’, Manara afferma: ‘Fellini lo ha dirottato, volendone inizialmente fare un film. L’aiuto regista era lo scrittore Andrea de Carlo, che successivamente, nel suo ‘ Yucatan’, scriverà quasi la stessa storia (motivo che gli causerà la rottura dell’amicizia con Fellini), raccontando dei sopralluoghi per questo film. Ma poi Fellini ha iniziato a subire strane minacce e telefonate anonime e anche il produttore Carlos Castagnella è sparito. Ha deciso così di rinunciare’. Manara conclude l’incontro parlando del ruolo del fumetto nel panorama letterario: ‘Negli ultimi tre anni, tra i finalisti del Premio Strega c’è un fumetto. Ciò in passato era impensabile. La dignità del fumetto è stata difesa da grandi autori, da Fellini o da Eco, ad esempio, che nn hanno mai nascosto il loro apprezzamento. Si è capito col tempo che si tratta di un mezzo nn solo destinato ai ragazzi. In Italia, però, il problema è che non si legge, e non solo fumetti‘.
Alberto Leali