E’ un cinema rigoroso e dal sapore antico quello di Alberto Fasulo, autore del già apprezzato TIR, certamente prezioso nell’attuale panorama filmico italiano.
La sua nuova fatica, Menocchio, è un’opera che si pone a metà strada tra documentario e racconto storico e narra la vicenda, resa nota da Carlo Ginzburg nel saggio Il formaggio e i vermi, del mugnaio Domenico Scandella, detto Menocchio, processato e giustiziato per eresia dall’Inquisizione romana.
Nel Friuli della seconda metà del 1500, Menocchio mantiene la sua numerosa famiglia con il ricavato di due campi e due mulini a vento presi in affitto. Dotato di un intelletto vivace e di ottime capacità oratorie, l’uomo attirerà su di sé le ostilità dell’Inquisizione a causa delle sue opinioni religiose non ortodosse (la critica alla ricchezza della Chiesa, la presenza di Dio in tutte le cose del creato, i dubbi sulla vita dopo la morte e sulla verginità della Madonna).
Il coraggio e la fermezza di Menocchio, che si schiera contro i precetti ecclesiastici in un periodo in cui farlo significava la morte, lo rendono un eroe rivoluzionario e precursore i tempi. Il film di Fasulo è infatti un potente grido d’accusa contro l’oscurantismo, che pur raccontando un passato lontano, rivendica una libertà di pensiero che suona oggi attualissima.
Splendida è la messa in scena pittorica, grazie a una sequela di tableaux vivants illuminati da una luce caravaggesca, a cui si accompagna l’uso frequente di primissimi piani, che aderiscono ai volti dei personaggi per farne parlare le emozioni.
Il cast è composto completamente da attori non professionisti (davvero sorprendente il protagonista Marcello Martini) e recita spesso in dialetto friulano, sposando perfettamente lo stile sobrio e materico dell’autore.
Lasciandosi ispirare dal cinema di Rossellini e Bresson, Menocchio convince, inoltre, per il sorprendente realismo e per un minimalismo autoriale pregnante e mai fine a se stesso.
Unico film italiano del concorso internazionale di Locarno del 2018, Menocchio sarà nelle sale italiane dall’8 novembre distribuito da Nefertiti Film
Roberto Puntato