Presentato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino e al Toronto International Film Festival, è un ritratto intimo tra amicizia e desiderio. In streaming in esclusiva su MUBI dal 1º febbraio
Il regista canadese Kazik Radwanski torna a collaborare con Deragh Campbell e Matt Johnson, già protagonisti del suo intenso Anne at 13,000 ft, per dare vita a Matt and Mara, un’opera che esplora con delicatezza e profondità il sottile confine tra amicizia e attrazione. Il film, che adotta un approccio spontaneo e fluido ispirato al naturalismo del movimento mumblecore, ci immerge nella complessa relazione tra una docente di poesia e un amico di vecchia data il cui ritorno improvviso mette in discussione il fragile equilibrio della sua vita.
La protagonista, Mara (Deragh Campbell), è una scrittrice che ha smesso di scrivere, rifugiandosi nell’insegnamento della letteratura con un atteggiamento apatico e distante, incapace di condividere l’entusiasmo dei suoi studenti. Anche nella sfera privata il suo disinteresse è palpabile: il legame con il marito musicista Samir (Mounir Al Shami) e la loro figlia Avery (Avery Nayman) appare stanco e privo di slanci emotivi.
L’arrivo di Matt (Matt Johnson), ex compagno di studi e ora scrittore affermato, rompe questa routine e risveglia in Mara domande irrisolte su sé stessa e sulle sue scelte di vita. L’amicizia tra i due è caratterizzata da una forte complicità e da una tensione latente, un gioco di equilibrio tra attrazione e lealtà che potrebbe facilmente sfociare in qualcosa di più. Radwanski indaga con sensibilità i meccanismi del desiderio e l’incertezza dell’identità personale, mettendo in scena una protagonista che sembra non conoscere davvero sé stessa.
Matt and Mara si distingue per il suo stile visivo intimo e realistico. Radwanski utilizza camere a mano e dà ampio spazio all’improvvisazione, permettendo agli attori di costruire dialoghi naturali e autentici. Il risultato è un film che sembra quasi rubato alla realtà, fatto di micro-momenti carichi di significato, in cui il non detto pesa tanto quanto le parole.
L’opera si avvicina ai lavori di Eric Rohmer, richiamando il suo Chloe in the Afternoon (1972), e alla poetica di Maren Ade (Everyone Else), offrendo un ritratto sfumato e privo di eccessi melodrammatici. Anche nelle scene più tese, la narrazione mantiene una leggerezza giocosa, sostenuta dalla chimica tra i due protagonisti.
Deragh Campbell offre un’interpretazione sfaccettata e coinvolgente, dando vita a un personaggio combattuto tra insoddisfazione e bisogno di autoaffermazione. Il suo modo di recitare, frutto del metodo di lavoro di Radwanski basato sull’elaborazione delle scene direttamente sul set, rende Mara incredibilmente reale e vulnerabile.
Accanto a lei, Matt Johnson interpreta il carismatico e impulsivo Matt con una naturalezza disarmante. Il suo personaggio, affascinante ma egocentrico, funge da catalizzatore per i conflitti interiori di Mara, costringendola a confrontarsi con i propri desideri e le proprie paure.
Pur essendo un film di piccole dimensioni e privo di grandi svolte narrative, Matt and Mara si distingue per la sua capacità di catturare le dinamiche relazionali con sincerità e sottigliezza. La sua forza risiede nei dettagli, nei silenzi carichi di tensione e nelle conversazioni che rivelano più di quanto sembrino.
Non è un’opera per tutti: la sua natura minimalista e il ritmo riflessivo potrebbero non conquistare chi cerca un racconto più strutturato o emotivamente esplosivo. Tuttavia, per gli spettatori che apprezzano il realismo nelle interazioni umane e le storie costruite su sfumature e implicazioni, Matt and Mara è una piccola gemma da scoprire.
Alberto Leali