Candidato all’European Film Award per il miglior film d’animazione e premiato al 40° Chicago International Children’s Film Festival, arriverà al cinema dal 23 novembre con Bim Distribuzione
Nome insigne dell’animazione italiana, Enzo D’Alò sceglie di adattare un romanzo di Roddy Doyle, La gita di mezzanotte, per trasportarci nella suggestive atmosfere d’Irlanda e in una storia che profuma delle sue tradizioni.
Mary e lo spirito di mezzanotte è un coming of age per grandi e piccini, che segue la sua eroina preadolescente in una fase delicata della vita: tra il desiderio di frequentare una prestigiosa scuola di cucina per diventare una chef e il dover prendere coscienza che le persone a cui vogliamo più bene e che più ci supportano un giorno non ci saranno più.
Ribelle, vitale e desiderosa di affermare la propria libertà, Mary fatica a rapportarsi con i membri della sua famiglia, in particolare con sua madre che cerca di tenerla con i piedi per terra; poi però c’è nonna Emer, l’unica con cui la ragazza condivide l’amore per la cucina e che sostiene con entusiasmo il suo sogno più grande.
Quando Emer si ammala gravemente, però, una misteriosa ragazza di nome Tansey appare all’improvviso per accompagnare Mary, sua madre e sua nonna in un viaggio che supera le barriere del tempo, attraverso la storia della loro famiglia.
Accarezzato da una colonna sonora ispirata alla tradizione popolare irlandese (di Richard Evans e David Rhodes) e contenente due brani originali cantati da Matilda De Angelis, il film di D’Alò tocca tematiche delicatissime come l’elaborazione del lutto, o più precisamente il prepararsi alla perdita di una persona cara, e l’importanza di conoscere le proprie radici per affrontare il presente.
Eppure, nonostante ciò, il film non perde mai la propria leggerezza, riuscendo a tenersi lontano dalla retorica e a toccare il cuore del pubblico più ampio senza risultare stucchevole.
Mette, così, in scena, il delicato rito di passaggio di un’adolescente verso l’età adulta attraverso il viaggio di quattro generazioni di donne che si confrontano con la Storia e i suoi drammi, imparando a offrirsi reciprocamente pace e sostegno, anziché disapprovazione.
La delicatezza e la profondità del racconto sono supportate da un’animazione semplice, fatta di tratti lineari e colori cangianti, che sa anche evocare i grovigli di Peter De Sève e le xilografie di Regina Pessoa.
Il film mantiene l’intimità del racconto famigliare e diventa un omaggio al valore dei nonni, preziosi veicoli di cultura che incarnano le nostre radici, ma anche alla forza transgenerazionale delle donne.
Ilaria Berlingeri