Al cinema dal 9 febbraio con Lucky Red e Universal Pictures
Poetico, tenero, divertente, toccante: sono solo alcune delle molte qualità del lavoro semi-animato di Dean Fleischer-Camp, Marcel The Shell, che prende spunto dalla serie di tre cortometraggi, da lui realizzati tra il 2010 e il 2014, per imbastire una storia di maggiore respiro filmico e profondità narrativa.
Possono le avventure di una minuscola e buffa conchiglia in stop motion diventare un trattato di filosofia esistenziale?
La risposta è sì: Fleischer-Camp mette in scena un mockumentary pieno di metafore, ironia e intuizioni visive attraverso cui esplorare la vita, la sua bellezza e le sue contraddizioni.
Il vispo Marcel, con il suo enorme occhio e le sue scarpette da ginnastica arancioni, ama girovagare a bordo di una pallina da tennis. Vive insieme a sua nonna (che ha la voce di Isabella Rossellini) in un appartamento adibito ad AirBnB e ha un nuovo affittuario: un documentarista (interpretato dallo stesso Dean Fleischer-Camp), che colpito dal curioso animaletto decide di filmarne la quotidianità, aiutandolo anche a ritrovare la sua famiglia perduta anni prima.
A colpire il cuore dello spettatore sono in primis la semplicità, la verve e l’innocenza di Marcel, che non solo non ha mai paura di mostrare apertamente le sue emozioni, ma non assume mai un atteggiamento amaro o rabbioso relativamente alle sue sventure.
Col suo approccio alla vita, senza obblighi da rispettare o apparenze da mantenere, anzi, il nostro piccolo protagonista esplora il mondo con lo sguardo puro, curioso e pieno di meraviglia di un bambino, tanto da divenire popolarissimo sul web.
Marcel The Shell è un film coinvolgente, emozionante, antiretorico, che riflette su tematiche importanti come insicurezza, abbandono, lutto, rispetto per la natura, luci e ombre della rete. Ma soprattutto un racconto di formazione agrodolce che finalmente parla ai più piccoli con schiettezza, aprendoli a concetti complessi, ma fondamentali, per comprendere il presente.
Ilaria Berlingeri