Manuela Ventura, attualmente sul piccolo schermo nei panni dell’amatissima Teresa Strano, ci racconta le novità che riguarderanno il suo personaggio e i suoi prossimi progetti lavorativi
Da domenica 1 aprile è tornata su Rai1 l’attesissima terza stagione della fiction di Rai 1 Questo nostro amore 80, diretta da Isabella Leoni. La talentuosa attrice catanese Manuela Ventura veste ancora una volta i panni di Teresa Strano, premurosa moglie e madre siciliana, emigrata a Torino negli anni del boom italiano. Molte le novità e le evoluzioni che coinvolgeranno il personaggio, alle prese con i mutamenti storici e sociali dei ruggenti anni ’80.
Manuela Ventura torna in TV con Questo nostro amore 80. Sono passati 10 anni dall’ultima puntata, ci ricordi come ci hanno lasciato Teresa e la sua famiglia?
“Ci eravamo salutati con la seconda serie, durante i festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno. Era il 1970 e in casa Strano c’era grande felicità poiché Teresa era finalmente riuscita a dire a Salvatore e a tutta la famiglia l’emozionate notizia, l’attesa di un altro figlio. La terza serie, diretta da Isabella Leoni, si apre nel 1971 e ritroviamo le famiglie Costa/Ferraris e Strano alle prese con impegni tra lavoro, famiglia e scuola. Tutto ciò prelude a grandi cambiamenti tra nuovi arrivi, partenze e improvvisi ritorni che catapulteranno i protagonisti negli anni 80, esattamente nel 1981. Inizia un periodo di mutamento degli stili e delle prospettive di vita. Il mondo cambia intorno ai nostri protagonisti, la cultura anche, così come il modo di vestire, le case e i luoghi. La famiglia Strano in fondo cambierà anche aspetto. Ricordiamo il nucleo familiare con i due gemelli e Cicciuzzo ancora piccoli e Bernardo ancora ragazzo, tutti a vivere sotto lo stesso tetto. Adesso i piccoli sono cresciuti, Bernardo ha una nuova casa ed una famiglia sua, è diventato padre. L’amore rimane pur sempre il grande protagonista e sarà affrontato in un’alternanza di armonie e discordanze, ripensamenti e paure. I protagonisti ai quali il pubblico si è nel tempo affezionato continueranno a vivere e ad affrontare la vita e i cambiamenti con grande slancio“.
Cosa ci dobbiamo aspettare da questa donna straordinaria?
“Teresa sarà in una veste nuova perché ha fatto una brillante carriera ed è sempre più apprezzata dal suo capo, con cui ha un’intesa particolare. Tutto questo accende ancora di più le dinamiche con il marito Salvatore, che non vive serenamente la sua condizione di pensionato anche in rapporto alla posizione lavorativa della moglie. Inoltre la famiglia Strano si è appunto allargata, arriva la quinta figlia Rosa, la tanto attesa femminuccia, che ora ha 10 anni: una ragazzina con disabilità, piena di vitalità e simpatia. I rapporti con Rosa e tutti gli altri figli, ormai grandi, porteranno delle grandi novità per Teresa proprio nel ripensare alla relazione che da mamma ha con tutti loro”.
Da donna a donna come valuti Teresa? Nel personaggio trovi qualche caratteristica che ti riguarda personalmente?
“La signora Strano, moglie-madre siciliana emigrata a Torino alla fine degli anni ’60, è una donna semplice e genuina ma di grande coraggio. Teresa non ha studiato, ma questo non le impedisce di farlo in seguito. Sa ascoltare e ragionare e attua tante trasformazioni per affermare, con un certo orgoglio e sempre accompagnata dall’ironia, il proprio ruolo e la propria individualità. E’ così che la signora Teresa si affaccia al mondo emancipato e più moderno, con i suoi pudori e la sua curiosità. Ci siamo ritrovate con Teresa a condividere la riservatezza e la voglia di insistere, di guardarci intorno e di voler trovare un equilibrio nell’essere una donna che lavora e insieme madre e moglie, con tutte le difficoltà che si presentano”.
Raf cantava “Cosa resterà di quegli anni ’80”. Cosa è rimasto oggi in Manuela Ventura di quel periodo e cosa ti manca di quegli anni?
“Negli anni ’80 in Italia si assiste ad un mutamento delle prospettive di vita, uscendo dagli anni di piombo, si viveva il boom economico, i giovani finivano di studiare, e avevano un lavoro, si metteva su famiglia, si comprava casa. In generale si respirava un senso di ottimismo, almeno in apparenza, almeno come possibilità. La nascita delle tv private, i programmi musicali, i videoclip. Ma quegli anni non sono stati solo questo, ahimè. Pensiamo alle stragi di mafia e al fenomeno della droga. Guardare quell’Italia lì, ci deve dare lo spunto per notare le differenze di oggi, sul lavoro, sugli aspetti culturali e sociali, sulla partecipazione alla vita del Paese. C’è maggiore incertezza e paura oggi, ma io confido molto nelle nuove generazioni e nella loro grinta”.
Finito Questo nostro amore, dove potremo rivedere Manuela Ventura?
“Prossimamente, il 23 Maggio, andrà in onda su Rai Uno ,“Prima che la notte”, film tv prodotto da Rai Fiction e tratto dall’omonimo libro di Claudio Fava e Michele Gambino. La regia è di Daniele Vicari e racconta la storia di Giuseppe Fava, giornalista coraggioso ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984, interpretato da Fabrizio Gifuni”.
Roberto Puntato