Giacomo (Francesco Apolloni) e Giovanna (Gaia Bermani Amaral) condividono lo stesso analista e lo stesso problema: sono malati di sesso ma incapaci di innamorarsi. Un giorno, però, il loro psicoterapeuta li abbandona e i due sono costretti ad aiutarsi reciprocamente. Fra cliniche esclusive ed ashram, i loro non sempre convinti tentativi di guarigione porteranno ad un avvicinamento.
Malati di sesso è l’esordio alla regia di Claudio Cicconetti, che porta in scena una sceneggiatura scritta da Francesco Apolloni, anche protagonista del film, e Manuela Jael Procaccia. Una commedia all’insegna della spensieratezza e dei buoni sentimenti, con al centro quattro personaggi (oltre a Giacomo e Giovanna, anche i loro migliori amici Livio ed Eleonora) a caccia d’amore, ma alle prese con le loro insicurezze e fragilità.
Più che un film sul sesso, infatti, l’opera di Cicconetti è incentrata sul bisogno umano di sentirsi amati, che spesso si nasconde dietro comportamenti di dipendenza tesi inconsciamente a colmare profonde lacune emotive. E la dipendenza nel film non è solo dal sesso, come accade per Giacomo e Giovanna, ma anche dal gioco d’azzardo, come avviene per il personaggio di Livio, interpretato da Fabio Troiano.
Quel che è certo, però, è che ogni personaggio subirà un’evoluzione che lo porterà a comprendere il vero valore dei sentimenti e a superare i propri limiti. Giacomo e Giovanna, in particolare, intraprenderanno uno strampalato viaggio on the road, che diverrà l’occasione per comprendersi, riconoscersi e amarsi. E Francesco Apolloni e Gaia Bermani Amaral appaiono piuttosto disinvolti alle prese con dei ruoli buffi e sopra le righe, inseriti in contesti spesso surreali.
Tra politically incorrect e sprazzi di onirismo e demenzialità, Malati di sesso è una commedia romantica che unisce amore e psicanalisi e si pone il fine di intrattenere il pubblico senza troppe pretese e con la massima leggerezza.
I difetti di scrittura non mancano e le battute non sempre vanno a buon fine, ma il ritmo è agile e il film non annoia, sfruttando, inoltre, le belle location (Roma, Parigi, Courmayeur, la campagna pugliese) e l’accattivante colonna sonora con molti recenti pezzi pop di successo.
Il finale è all’insegna della dolcezza, ma non mancano diversi momenti alla Vanzina, con tanto di gag scatologiche e siparietti sexy. Consigliabile a chi ricerca una serata all’insegna del totale disimpegno.
Alberto Leali