Presentato in anteprima nella sezione Panorama Italia di Alice nella città, arriva dal 7 dicembre al cinema con Eagle Pictures
La giovane e inquieta Irene (Aurora Giovinazzo) ha perso il padre ad 8 anni a causa di un pirata della strada. Dopo dieci anni, la ragazza, ora nuotatrice di talento, si fa squalificare per aver colpito un’avversaria durante una gara. Il pensiero che l’assassino di suo padre sia ancora a piede libero non le dà tregua. Così abbandona la scuola e trova un impiego nella fabbrica di proprietà di Michele (Lorenzo Richelmy), proprio la persona che era al volante dell’auto il giorno della tragedia. Appena l’uomo scopre l’identità della ragazza, ne rimane profondamente turbato e inizia a seguirla di nascosto. Pian piano però tra i due si instaura un curioso rapporto confidenziale che sfocerà in amicizia.
È Aurora Giovinazzo il vero motivo per vedere l’esordio di Gianluca Mangiasciutti, L’uomo sulla strada, thriller psicologico basato sullo strano rapporto fra una ragazza alle prese con i suoi traumi e un uomo segnato dal peso delle proprie colpe.
Dopo Freaks Out, la Giovinazzo dà prova di grande maturità recitativa, regalandoci un personaggio dalle molte sfumature: spigoloso, melanconico, rabbioso, mai rassegnato.
Se la vicenda si fa intrigante grazie ai toni cupi ed ambigui che la permeano sin dalle prime immagini, la sceneggiatura si dimostra appassionante ritardando di continuo il momento della resa dei conti fra i due protagonisti e caricandosi gradualmente di tensione.
L’uomo sulla strada non è un film particolarmente originale o coraggioso né spicca per un’accurata caratterizzazione dei personaggi o per una innovativa costruzione narrativa: è invece un’opera dal buon impatto emotivo, sorretta da interpreti capaci e da una regia mai banale.
Un film che mette in primo piano il lato umano, indagando un legame dolorosamente sui generis e offrendo interessanti spunti di riflessione.
Paola Canali