Il tedesco Eduard ha 92 anni e rimane vedovo. La figlia Uli vorrebbe metterlo in una casa di riposo e la nipote Adele nutre scarso interesse nei suoi confronti. Un giorno, però, Eduard decide di partire per l’Ucraina, per riannodare il filo di un passato tenuto troppo a lungo nascosto. Al viaggio si uniscono Adele, costretta da sua madre a tenere d’occhio il nonno, e Lew, un giovane russo cresciuto in Ucraina. Si scopre, così, che Eduard era a capo del secondo Squadrone di Cavalleria Cosacca e che ha combattuto al fianco dei tedeschi contro le forze armate dell’URSS. Emerge anche un grande amore, che l’uomo non è mai riuscito a dimenticare.
Se il tema del viaggio alla riscoperta del proprio passato non è certo nuovo, il bel film di Nick Baker Monteys ha il merito di alzare l’asticella, immergendoci in una complessa e profonda riflessione sulle contraddizioni e le variabili della Storia.
L’ultimo viaggio ci mostra, infatti, le conseguenze di conflitti vecchi e nuovi, che presentano dolorosamente il conto ai sopravvissuti e ai loro eredi: un percorso denso ed intenso alla scoperta della Storia dell’Europa, tra la Seconda guerra mondiale e la Rivoluzione ucraina del 2014.
Il film ruota attorno a due figure emblematiche: Adele, rappresentante della nuova generazione tedesca, che deve fare i conti con un passato che racconta uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, e suo nonno Eduard, simbolo dell’umanità dei carnefici, ovvero di chi, pur avendo ucciso e combattuto dalla parte sbagliata, ha anche amato, sofferto e salvato delle vite.
Nick Baker Monteys non giudica mai i suoi personaggi, ma ce li mostra in tutta la loro nuda umanità: creature fragili e divise, che si dimenano fra un passato ingombrante ed un futuro incerto.
A fare da sfondo alle vicende private, c’è l’Ucraina dei giorni della rivolta di piazza Maidan, quella che mette gli uni contro gli altri gli ultranazionalisti e i filorussi, e che trova nella doppia identità del personaggio di Lew la sintesi del proprio smarrimento.
Così l’ucraino-russo Lew e la tedesca Adele si troveranno ad affrontare un impervio percorso comune: trovare la forza di liberarsi dal proprio passato per aprirsi alla riconciliazione e non commettere gli stessi errori dei loro cari.
Al centro di L’ultimo viaggio c’è, inoltre, la dimensione familiare, vissuta con estrema difficoltà da tutti i personaggi: da Eduard, a cui il traumatico distacco dal grande amore ha impedito di coltivare affetti profondi nella sua vita successiva; da Adele, che affronta con freddezza e scontrosità le relazioni con i membri della sua famiglia; e da Lew, legato profondamente a un fratello che ha scelto di combattere dall’altra parte.
Ma se il film risulta così riuscito è anche per merito delle notevoli performance dei protagonisti Jürgen Prochnow, Petra Schmidt-Schaller e Tambet Tuisk.
Alberto Leali