Loro 2 conferma appieno le impressioni positive della prima parte. Paolo Sorrentino è un autore intelligente e la sua scelta di affrontare il Berlusconi uomo più che il politico si rivela vincente.
Loro 2 rende manifesta, infatti, la volontà del regista napoletano di indagare sui sentimenti che si celano dietro l’uomo politico, ma anche dietro tutta la galleria di personaggi che lo circondano. Ne deriva il racconto, tragico più che farsesco, di un universo umano fragile e smarrito in cui pochi sono indispensabili e tutti sostituibili.
In tal senso, Loro 2 è un film sulla paura: non solo quella di essere rimpiazzati, che riguarda la maggior parte dei personaggi che gravita attorno al Presidente, ma anche quella della vecchiaia e della morte, che appartiene a Silvio, ma in generale a tutta la filmografia sorrentiniana. E’ così che il vitalismo di quel particolare momento storico, che va incontro inesorabilmente alla disfatta, diventa emblema della condizione dell’uomo-Berlusconi e dell’umanità tutta.
Silvio cerca in tutti i modi di lottare contro la paura di scomparire, contro il terrore di una vita fatta di ricordi, contro la fine della parte vitale dell’esistenza. Lo dimostra la divertente scena in cui, persuadendo al telefono una donna a comprare una casa, svelandone, pur non conoscendola, sogni e frustrazioni, prova a se stesso di essere ancora il grande venditore di una volta. O quella in cui respinge l’amico di una vita, Mike Bongiorno, che guarda tristemente al passato, al contrario di lui che ha ancora mille progetti. Da qui, anche la sua mania per le donne, a cui deve sentire di piacere per sentirsi ancora giovane e vivo. Ma sarà proprio la gioventù a metterlo di fronte alla realtà che gli fa più male, in una sequenza di tagliente purezza difficile da dimenticare.
Il Berlusconi di Sorrentino mostra, così, tutta la sua tristezza, la sua solitudine, la nostalgia per ciò che è stato e che non sarà più. Eppure, come dicevamo, questa lotta contro il tempo e contro il tramonto non appartiene solo a Berlusconi, ma a molti di noi. Ed è per questo che Loro 2 ha il merito di andare oltre il personaggio, per esplorare l’intimità dell’animo umano e l’universalità dei sentimenti.
Come nel primo film, la politica rimane marginale, ma la vera avversaria di Silvio è sua moglie Veronica, che decisa a divorziare, non teme di rinfacciargli tutta la sua pochezza e le sue malefatte. Il confronto fra gli straordinari Toni Servillo ed Elena Sofia Ricci è serrato e feroce e si conclude in modo eloquente: al marito, che più volte le chiede perché sia rimasta accanto a lui per tutti quegli anni, se davvero lo ritiene un mostro e un malato, Veronica risponde: “Perché mi ero innamorata di te”. E’ anche questo, infatti, Loro: il racconto di una grande storia d’amore destinata a concludersi e, in senso più esteso, la fine dell’amore tra Silvio e gli italiani, che come Veronica hanno smesso di credergli, stanchi ed affranti.
Un’Italia messa al tappeto politicamente, così come dal terremoto de L’Aquila del 2009, che viene ad assumere, quindi, un significato potentemente simbolico oltre che reale e drammatico. Da una chiesa distrutta, la statua del Cristo viene estratta e posata sulle macerie, in un finale felliniano e di silente mestizia che vale più di mille parole.
Roberto Puntato