Santo Russo, calabrese cresciuto nell’hinterland milanese, dopo i primi furti in periferia e il carcere minorile, decide di intraprendere definitivamente la vita del criminale nel periodo del boom economico. In pochi anni, diventa così il capo di una temuta gang che si lancia in affari sempre più sporchi e redditizi: dalle rapine ai sequestri, dai traffici di droga al riciclaggio di denaro, fino ai cosiddetti miracoli, ovvero le esecuzioni a sangue freddo. Nella sua corsa verso la ricchezza e la scalata sociale, Santo è diviso tra due donne: la devota moglie Mariangela e l’amante francese Annabelle. Ma ogni ascesa va incontro a una caduta e anche per Santo arriverà il momento della resa dei conti.
Diretto da Renato De Maria e da lui scritto insieme a Valentina Strada e Federico Gnesini, Lo Spietato è un film originale Netflix liberamente ispirato al libro Manager Calibro 9 di Pietro Colaprico e Luca Fazzo ed è prodotto da Bibi Film con Rai Cinema. Dopo un’uscita evento al cinema l’8, il 9 e il 10 aprile distribuito da Nexo Digital, il film sarà disponibile su Netflix dal 19 aprile.
Riccardo Scamarcio, sempre più avvezzo ai ruoli da cattivo, veste alla perfezione i panni del protagonista Santo Russo, che si muove nella Milano da bere degli anni d’oro della moda, dei soldi facili, della disco music e dell’arte d’avanguardia: quella che ha spesso fatto da ambientazione ai poliziotteschi di Carlo Lizzani e Fernando di Leo, tanto amati da Quentin Tarantino.
Un uomo che insegue la ricchezza ma anche un riconoscimento sociale che non ha mai avuto; un sognatore che vuole conquistare un ruolo da leader in una città che ha visto sempre dalla periferia. Attraverso le vicende di Santo, Lo Spietato ripercorre, così, un quarto di secolo di mala italiana: preciso nella ricostruzione storica, grazie soprattutto agli ottimi costumi e scenografie, il film omaggia il poliziottesco ma usa il genere con ironia, raccontando il protagonista con un inedito e gustoso tono comedy.
Marie-Ange Casta e Riccardo Scamarcio in una scena del film
“I libri hardboiled di Dashiell Hammett e i film noir di Jean-Pierre Melville mi hanno sempre appassionato – rivela il regista Renato De Maria -. In essi c’è azione, tragedia greca, ascesa, caduta, amore, femmes fatales, spettacolarità, malinconia. Con Istituto Luce ho fatto un documentario che omaggiava i poliziotteschi e proprio in quell’occasione ho scoperto “Manager Calibro 9”, che aveva tutto ciò che mi sarebbe piaciuto vedere in un film. Lo stile del libro era cronachistico-giudiziario, siamo stati noi a renderlo più adatto ad una narrazione cinematografica, pescando a piene mani dall’immaginario dei classici del genere. E poi mi sono anche ispirato alla Milano degli anni che ho vissuto“.
“Lo Spietato mi fu proposto da Renato come una gangster comedy, che aveva come riferimento “Goodfellas” di Martin Scorsese – racconta Riccardo Scamarcio -. La cosa mi entusiasmò subito, anche perché anch’io sono cresciuto con quel tipo di film e molti personaggi del racconto ricordano perfino alcuni personaggi un po’ loschi della mia infanzia in Puglia. È un film che mi ha divertito molto e in cui sono stato lasciato libero di osare e proporre, nonostante la difficoltà della messa in scena e i tempi risicati (abbiamo girato in sole 6 settimane). In questo caso, però, l’urgenza ci ha aiutati, diventando un prezioso compagno di lavoro e il risultato ci soddisfa moltissimo“.
Ad affiancare Scamarcio nel cast de Lo Spietato, ci sono Sara Serraiocco, nel ruolo della innamorata e remissiva moglie Mariangela, Alessio Praticò ed Alessandro Tedeschi nei panni dei criminali Slim e Mario Barbieri, e Marie-Ange Casta, in quelli dell’elegante e bellissima Annabelle, amante di Santo.
Notevoli, inoltre, le musiche di Riccardo Sinigallia, già alla quarta collaborazione con De Maria, ed Emiliano Di Meo, ispirate a quelle dei celebri poliziotteschi italiani. La trascinante Malamore di Enzo Carella, che torna più volte nel film, si sposa, inoltre, alla perfezione con il contesto narrativo.
Alberto Leali