Diretto da Sydney Sibilia e prodotto da Matteo Rovere, il film che racconta il progetto utopico di Giorgio Rosa arriverà dal 9 dicembre su Netflix
Sebbene non abbia avuto lunga vita e sia ai più tutt’oggi sconosciuta, l’Isola delle Rose ha certamente segnato una tappa storica importante. La vicenda della bizzarra micronazione fondata al largo di Rimini dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa, infatti, è stata di recente oggetto di ricerche imperniate sull’aspetto utopico della sua genesi.
La piattaforma artificiale di 400 m² che sorgeva nel mare Adriatico voleva essere, infatti, uno Stato indipendente in cui non vi fossero regole e dove i suoi abitanti potessero convivere in assoluta libertà. Un progetto rivoluzionario nato alla fine degli anni ’50, che non poté che trovare l’ostacolo delle forze dell’ordine italiane, che demolirono l’isola di Rosa dopo soli 55 giorni nel febbraio 1969. Un’operazione militare che a tutt’oggi è l’unica guerra di aggressione nella storia dell’Italia repubblicana.
A raccontare questa storia misconosciuta, ma già di per sé cinematografica, è L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, il nuovo film di Sydney Sibilia (Smetto quando voglio) prodotto da Grøenlandia di Matteo Rovere e targato dal colosso streaming Netflix, dove arriverà dal 9 dicembre.
“E’ una storia in cui le cose più assurde sono vere e che si è prestata ad essere internazionale anche senza che noi in origine lo volessimo“, rivela Sibilia, perfettamente a suo agio con una vicenda a lui congeniale, che racconta, come spesso accade nel suo cinema, il rapporto dicotomico tra individuo e potere e soprattutto tra libertà e costrizione.
Lo fa mescolando commedia, epica e dramma storico, servendosi anche di location azzeccate (ottima la scelta delle Infinity Pool di Malta) e di un notevole comporto tecnico (scenografia, costumi, trucco, effetti visivi). Ardito e gustoso, inoltre, è il fatto che i “villain” della storia siano i nostri costituenti, nelle figure, in particolare, di Franco Restivo e Giovanni Leone, pronti a opporsi con ogni mezzo al progetto di Rosa.
Ma L’incredibile storia dell’Isola delle Rose è anche “una vicenda universale, basata su personaggi sognatori, che cercano il loro posto (fisico e metaforico) nel mondo e che può essere condivisa anche dagli spettatori che non hanno vissuto quel periodo“, come aggiunge il produttore Matteo Rovere.
Singolare e intelligente, ma anche appassionante e divertente, il film vanta un cast capitanato dal sempre notevole Elio Germano, nei panni del protagonista Giorgio Rosa, affiancato da attori di casa nostra (come Luca Zingaretti, Matilda De Angelis, Fabrizio Bentivoglio) e internazionali (Tom Wlaschiha, François Cluzet).
“E’ il racconto di un’epoca in cui si faceva a gara a chi la faceva più strana. Non c’era nemmeno troppo di ideologico nel progetto di Rosa, ciò che gli importava era realizzare qualcosa di grande e che sarebbe stato ricordato. Era un nerd, geniale ed impavido, con la mente sempre rivolta a qualcos’altro“, dice Elio Germano.
Al fianco del protagonista, non poteva mancare una donna altrettanto coraggiosa e indipendente, la sua futura moglie e associato di diritto internazionale Gabriella, interpretata da Matilda De Angelis.
“Gabriella è una donna autonoma e indipendente, figlia del suo tempo ma anche all’avanguardia in modo quasi inconsapevole – dice l’attrice bolognese – In lei ho amato il contrasto tra il desiderio di essere parte del sogno di un mondo utopico e quello di sposarsi, avere dei figli e vivere una vita con delle regole ben stabilite. Come lei, anche gli spettatori sono travolti e spaventati dalla “follia” di Rosa, ma alla fine non potrà che seguire il suo cuore, che però è anche ciò che per lei è più gusto fare“.
Alberto Leali