In arrivo nelle sale italiane il 15 giugno 2022 distribuito da Walt Disney
Dimenticate il Buzz giocattolo che ci ha accompagnato nei primi 3 capitoli di Toy Story, perché quello di Lightyear – La vera storia di Buzz è uno Space Ranger più umano che mai. Qui protagonista di un’avventura intergalattica, coadiuvato dal suo gatto robot Sox e da un gruppo di reclute inesperte ma ambiziose.
Il film che racconta le origini del nostro leggendario eroe lo vede bloccato su un pianeta ostile a 4,2 milioni di anni luce dalla Terra insieme al suo comandante Alisha Hawthorne e al loro equipaggio. Mentre cerca di trovare un modo per tornare a casa attraverso il tempo e lo spazio, l’arrivo del misterioso Zurg e del suo esercito di spietati robot complica le cose, mettendo a rischio la missione. In più, Buzz scoprirà una verità sconvolgente che lo riguarda molto da vicino.
Lightyear – La vera storia di Buzz è un film visivamente impeccabile e ricco d’azione, con alcuni momenti commoventi e diversi altri esilaranti, affidati soprattutto all’irresistibile personaggio di Sox.
Per quanto riguarda l’estetica, la pellicola si ispira alle opere fantascientifiche degli anni Ottanta e Novanta, senza essere troppo citazionista, ma concentrandosi, piuttosto, sul percorso di crescita di Buzz e dei suoi bizzarri compagni di viaggio.
Ne deriva un’avventura spaziale incentrata su temi classici ma sempre attuali, come il valore dell’amicizia e dello spirito di squadra, il peso delle responsabilità e la paura di non essere all’altezza delle aspettative, la necessità di lasciare andare il passato e vivere il presente.
Un film che mescola con abilità spettacolo e riflessione, che sa intrattenere e al contempo toccare il cuore, grazie a un lavoro tecnico straordinario e a personaggi ben costruiti.
La tematica lgbt, appena sfiorata in altri lungometraggi animati, viene trattata in maniera ben più diretta in questo film, che mostra uno dei personaggi più emozionanti, Alisha Hawthorne, alle prese con le gioie della sua famiglia arcobaleno.
Nota di merito anche per i doppiatori della versione italiana, in particolare Alberto Malanchino, che riesce a non farci sentire la mancanza del suo predecessore Massimo Dapporto, e di Ludovico Tersigni, che per il suo Sox amalgama alla perfezione tenerezza e ironia.
Alberto Leali