In prima serata martedì 7 e mercoledì 8 gennaio 2025. Nel cast Leonardo Maltese, Alessio Boni, Giusy Buscemi, Cristiano Caccamo e Fausto Russo Alesi
Con Leopardi – Il poeta dell’infinito, Sergio Rubini affronta il compito di rappresentare uno dei più grandi poeti della nostra tradizione letteraria.
Figura centrale del Romanticismo italiano, Giacomo Leopardi continua a ispirare le generazioni contemporanee grazie alla forza immortale dei suoi versi, capaci di renderlo eterno già in vita, come qualcuno aveva previsto. Nonostante l’immagine scolastica spesso rigida, Leopardi rimane un simbolo vibrante della nostra cultura, che non perde il suo fascino nemmeno attraverso le narrazioni più didascaliche.
Dopo Il giovane favoloso, l’approccio modernista e visionario di Mario Martone, Rubini adotta uno stile più classico. Sotto l’egida della prima serata Rai, il regista presenta una biografia dettagliata e accurata del poeta recanatese. La miniserie evento, mostrata in anteprima a Venezia 81 e in arrivo il 7 e l’8 gennaio su Rai 1, si distingue per il rigore cronologico e il rispetto dell’ambientazione storica, ma non cerca innovazioni linguistiche o stilistiche.
La narrazione parte dall’infanzia e dall’adolescenza del giovane Leopardi, vissute all’ombra del padre severo e autoritario, il conte Monaldo, interpretato con intensità da Alessio Boni. Dopo i celebri “sette anni di studio matto e disperatissimo”, la storia si snoda attraverso le sue prime opere civili e l’influenza dell’amicizia con Pietro Giordani, ben interpretato da Fausto Russo Alesi, il quale restituisce passione e fervore al suo ruolo.
Seguono il rapporto con Antonio Ranieri, interpretato da Cristiano Caccamo, e l’incontro con Fanny Targioni Tozzetti (una delicata Giusy Buscemi), l’amore non corrisposto che ispirò alcune delle poesie più struggenti di Leopardi. Il film si conclude con gli ultimi giorni del poeta a Napoli, segnati dall’epidemia di colera che funge da sfondo alla sua tragica fine.
Rubini, che ha curato la sceneggiatura insieme ad Angelo Pasquini e Carla Cavalluzzi, opta per un impianto visivo e narrativo tradizionale. La messa in scena, arricchita da alcuni tagli di luce pittorici di ispirazione caravaggesca (particolarmente evidenti nel prologo), si affida a una ricostruzione storica rigorosa, perfettamente adatta alla programmazione di Rai 1. Tuttavia, è nell’interpretazione del protagonista, Leonardo Maltese, che il film trova la sua vera forza.
Maltese, già apprezzato in Rapito di Marco Bellocchio e Il signore delle formiche di Gianni Amelio (per il quale ha ricevuto il Premio Mastroianni come miglior attore emergente a Venezia), offre una performance straordinaria. Il suo Leopardi è ombroso e fragile, spigoloso e vulnerabile, con una voce flebile e spezzata che amplifica l’inadeguatezza e l’umanità del personaggio. È una scelta interpretativa che cattura alla perfezione l’essenza del poeta, rendendolo accessibile e autentico per il pubblico contemporaneo.
In definitiva, Leopardi – Il poeta dell’infinito è un’opera che non cerca di reinventare l’immagine del poeta, ma che riesce a restituirne con eleganza la profondità e la complessità. Una biografia classica e rigorosa, che trova il suo cuore pulsante nell’interpretazione vibrante del suo protagonista, confermandolo come una delle giovani promesse più brillanti del cinema italiano.
Federica Rizzo