Insignito del Premio FIPRESCI a Berlino, arriva al cinema dal 17 febbraio con 01 Distribution
Vedendo Leonora Addio, il film girato in solitaria da Paolo Taviani e vincitore del Premio FIPRESCI a Berlino, quasi non ci si accorge dell’assenza del fratello Vittorio. Sì, perché Vittorio, alla memoria del quale il film è dedicato, permea in realtà ogni sequenza. Leonora addio è, infatti, un’opera colta e originale, che dialoga e omaggia la memoria di Pirandello, ma soprattutto riflette sull’ineluttabilità del destino e sull’influenza di chi non c’è più su chi invece sopravvive.
Il film, placido e bellissimo, si divide in due parti tra loro molto diverse: una prima, in bianco e nero e ricca di inventiva, in costante equilibrio tra il comico e il poetico, e una seconda, dai colori caldi, che ricostruisce il fatto di cronaca che Pirandello narra nel suo ultimo racconto, Il Chiodo.
La prima parte racconta la rocambolesca e surreale avventura delle ceneri del drammaturgo, ovvero il viaggio della sua urna da Roma – dove rimane una decina d’anni al Cimitero del Verano – ad Agrigento nel 1947, fino alla sepoltura avvenuta 15 anni dopo.
Fabrizio Ferracane veste i panni del delegato comunale incaricato del trasporto, che avviene proprio all’indomani della liberazione: bellissimo, in tal senso, è il racconto che Taviani fa di un’Italia ferita e stordita, ma che si sforza di tornare alla vita. Un viaggio, pieno di affetto e tenerezza, nella vita e nella storia del nostro Paese, raccontato anche attraverso la magia del cinema: Taviani intreccia, infatti, materiali di repertorio e stralci di caposaldi del cinema italiano del passato, dal neorealismo di Paisà e Il bandito all’esistenzialismo de L’avventura, dall’iniziazione sentimentale di Estate violenta al pirandellianismo di Kaos.
La seconda parte, invece, abbandona il bianco e nero di Paolo Carnera per abbracciare il colore di Simone Zampagni, concentrandosi sulla tragica storia di un ragazzino costretto a lasciare la propria terra, la dorata Sicilia, per emigrare in America, dove compirà un gesto tanto drammatico quanto insensato.
Leonora addio è un film che più che descritto va vissuto nel buio della sala. Un’opera libera e coraggiosa, ricca di suggestioni letterarie, storiche e cinematografiche, che riflette sul senso della fine, sul peso della gloria, sull’importanza delle origini e su ciò che rimane di un uomo e di un artista dopo che viene a mancare.
Direttamente dal Festival di Berlino, Paolo Taviani presenterà il film domani, giovedì 17 febbraio, alle ore 21 al Cinema Nuovo Sacher di Roma.
Ilaria Berlingeri