Vincitore del “Premio del Pubblico FS” alla Festa del Cinema di Roma e in sala dal 21 novembre con FILMCLUB Distribuzione
Azar Nafisi (Golshifteh Farahani) è una professoressa dell’università di Teheran, costretta a interrompere il suo corso di letteratura inglese a causa delle continue pressioni da parte del regime. Azar, però, non si arrende: decide, così, di aprire le porte della sua casa alle sette allieve più brillanti del corso per una serie di lezioni clandestine.
Da un bestseller autobiografico che ha raccontato la privazione sistemica della libertà per le donne iraniane sotto un regime totalitario di matrice ideologica, arriva il film diretto dal regista israeliano Eran Riklis (La sposa siriana, Il giardino di limoni) che ne riproduce fedelmente spirito e finalità.
Pur non scongiurando sempre il didascalismo, Leggere Lolita a Teheran si rivela un adattamento corretto, ma indubbiamente efficace nel rendere sullo schermo uno spaccato crudo, e al contempo intimo, della sconvolgente condizione femminile in Iran.
La storia di sette donne oppresse, che trovano nella letteratura un luogo dove sentirsi al sicuro, poter esprimere le proprie opinioni e coltivare le proprie passioni, è assolutamente toccante e il fatto che sia la stessa Nafisi, autrice del romanzo, a firmare la sceneggiatura si rivela un’arma vincente.
A risaltare maggiormente sono, proprio come nel testo d’origine, la condizione umana, i sentimenti e i caratteri dei personaggi, grazie a una scrittura dettagliata e ad una regia misurata, ma capace di essere perfettamente funzionale alle immagini e ai messaggi da veicolare. Perché Riklis sa bene che la storia raccontata è vera, che le donne di cui parla sono esistite davvero e che hanno rischiato la loro vita pur di affermare la loro libertà: ecco perché la sua regia è attenta, rispettosa, mai invadente, cercando di non aggiungere né drammatizzare niente che non sia strettamente necessario.
Ottimo tutto il cast femminile, capitanato dalla sempre luminosa Golshifteh Farahani, che riesce a trasferire sullo schermo la potenza della verità e della denuncia del romanzo.
Nonostante sia privo dell’energia della sua fonte, conseguenza di un vissuto e di una minaccia percepita sulla pelle dalla sua autrice, Leggere Lolita a Teheran è un film utile e necessario, oggi ancor più di ieri, per le speranze continuamente tradite di un vero cambiamento e per le repressioni ulteriori verso le donne iraniane di questi ultimi vent’anni.
Ilaria Berlingeri