Dal 4 al 9 febbraio con protagonisti Giulio Casale e Giulia Briata
Uno dei romanzi più famosi e amati di Dostoevskij prende voce e corpo grazie a Giulio Casale. “Le notti bianche” è una storia giovanile e delicatissima, una favola moderna sulla potenza creatrice del sogno e sui suoi rischi, che è senza dubbio rimasta nella memoria e nel cuore di chiunque l’abbia letta e conosciuta.
Questa la scelta di Giulio Casale per il suo nuovo lavoro teatrale: un adattamento coraggioso che si confronta col mito storico e letterario di Dostoevskij e particolarmente congeniale alla sua cifra stilistica, da sempre fatta d’intensità e ricerca ideale come testimoniano i suoi precedenti spettacoli e le sue opere discografiche.
Si assiste qui a un’aderenza sorprendente tra interprete e testo classico, sempre vivo: perché non ci comportiamo tutti come fratelli? Perché anche l’uomo migliore è come se nascondesse sempre qualcosa all’altro e gli tacesse qualcosa? Perché non dire subito, direttamente, quel che si ha nel cuore…
Così, ad esempio, le distanze tra Ottocento e tempo presente si dissolvono in scena. Quattro notti e un mattino per raccontare la storia del sognatore e del suo amore tanto profondo quanto fugace; una storia di confidenze sussurrate, di speranze e di intrecci notturni, di risvegli amari e di desideri inespressi.
Tutto porta nel cuore una domanda fondamentale: qual è il confine tra la realtà e il sogno? Fino a che punto è possibile cullarsi nei propri irrealizzati desideri?
“Le notti bianche” indaga dunque nel profondo del pensiero e dell’animo umano, nelle necessità universali e nelle nostre contraddizioni, cercando la forma mutevole e sfuggente della felicità; anche se solo per un minuto, anche se solo immaginata.
Ma, per dirla ancora con Dostoevskij: Un minuto intero di beatitudine, è forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?