Nei ruoli che furono di Margherita Buy e Stefano Accorsi ci sono Cristiana Capotondi ed Eduardo Scarpetta
Abbiamo visto in anteprima i primi due episodi de Le Fate Ignoranti, la prima serie originale italiana della piattaforma streaming Disney+ firmata da Ferzan Ozpetek, che ha scritto e diretto anche il film omonimo del 2001.
La vicenda è ovviamente la stessa del film che lancia Ozpetek come uno dei cineasti più interessanti del nostro cinema; cambia e si arricchisce, invece, il cast, che si dimostra pienamente all’altezza dell’originale.
In particolare, abbiamo apprezzato il talentuoso Eduardo Scarpetta nel ruolo che fu di Stefano Accorsi: l’attore rivelazione de L’amica geniale e Carosello Carosone regala al suo Michele una spontaneità e un’intensità davvero sorprendenti.
Cristiana Capotondi veste, invece, il ruolo che fu di Margherita Buy, attrice bravissima nel sottolineare i progressivi slittamenti del cuore del suo personaggio: due puntate sono poche per valutare la nuova Antonia, di cui si sottolinea soprattutto la scarsa indipendenza, ma siamo fiduciosi in una degna evoluzione del personaggio.
Rispetto al film, uno spazio decisamente più rilevante riveste il personaggio di Massimo, ben interpretato da Luca Argentero, che è presente in ogni puntata e che abbiamo la possibilità di conoscere più a fondo, sia nel rapporto con la moglie Antonia che con il suo amante Michele.
Altrettando massiccia è la presenza in scena della madre di Antonia, che passa da Erika Blanc a Carla Signoris, la quale dimostra di trovarsi a suo agio con il ruolo: è a lei, uno dei personaggi più amati del film per la sua franchezza un po’ cattivella, che sono affidati molti dei momenti divertenti della serie.
Serra Yilmaz è l’unica del cast originale a mantenere il proprio ruolo, mentre una novità, del tutto assente nel film, è rappresentata dalla coppia omosessuale formata da Ambra Angiolini e Anna Ferzetti.
La serie di Disney+ sceglie di raccontare, da una parte, il pre della storia del film, dall’altra lo reinterpreta, focalizzandosi sui ognuno dei molti personaggi che costituiscono il colorato universo di Ozpetek. Belle soprattutto le scene che vedono insieme Massimo e Michele e che ci fanno comprendere l’entità di un amore forte e travolgente pur se segnato dal disequilibrio.
Il regista italo-turco è cosciente che il film originale aveva avuto un impatto fortissimo sulla nostra società dell’epoca, aprendole gli occhi su un pezzo di umanità ancora poco conosciuto e spesso oggetto di pregiudizi e disprezzo.
Oggi una storia come quella de Le fate ignoranti non stupisce più, ma ancora ammirevole resta la capacità di Ozpetek di portare in scena la vita vera, attraverso una galleria di personaggi memorabili, che grazie ai tempi della serialità trova maggiore approfondimento.
Intatti restano anche il fascino del quartiere Ostiense, riqualificato proprio in seguito al successo del film, il delicato equilibrio tra cadenze di commedia e soprassalti di dolore, ed il sincero amore di Ozpetek per tutti i suoi personaggi ed attori.
Ma cosa può ancora regalarci, oggi, una serie come Le fate ignoranti? Moltissimo, poiché ci troviamo di fronte al racconto dell’elaborazione di un lutto attraverso l’apertura all’altro e il superamento della paura di venire allo scoperto, ad un percorso di accoglienza della vita, dell’amore e della realtà in tutta la loro complessità.
Ecco allora che la storia di Antonia, alle prese col suo percorso di crescita verso un’indipendenza che non ha mai avuto, e di Michele, simbolo di una comunità omosessuale all’apparenza spavalda ma timorosa di chiedere l’amore che le spetta, si impone ancora oggi con tutta la sua forza.
Alberto Leali