Al cinema dal 20 marzo distribuito da Officine Ubu
Le donne al balcone segna il secondo appuntamento alla regia per Noémie Merlant, attrice dalla grande versatilità, che questa volta si cimenta con un thriller bizzarro e ad alto contenuto erotico. Tuttavia, nonostante l’inizio promettente, il film finisce per smarrirsi in un mix di generi che, purtroppo, non riesce a gestire con coerenza.
La storia si apre con una premessa vivace, presentando tre donne, ciascuna alle prese con le proprie frustrazioni. Nicole (Sandra Codreanu) è una scrittrice in erba che non riesce a concentrarsi, assorbita dalla visione di un vicino seminudo che le fa perdere la concentrazione. Elise (Noémie Merlant) è un’attrice che sta interpretando Marilyn in una fiction di poco successo, mentre Ruby (Souheila Yacoub) è la più disinibita del gruppo, una camgirl che vive la sua vita senza inibizioni. Le loro vite si incrociano quando Elise, durante un goffo tentativo di parcheggio, danneggia l’auto di un uomo affascinante, che poi si rivela essere un violento e sadico maschio alfa (Lucas Bravo). Da qui, il tono del film cambia drasticamente.
Il film, inizialmente improntato su una commedia spigliata, inizia a spingersi verso il thriller erotico e, successivamente, abbraccia elementi di horror e fantasy. Questa transizione è trattata con una disinvoltura che crea confusione più che suscitare sorpresa. La regista alterna momenti di umorismo con scene violente e gore, senza dare ai cambi di registro il tempo di essere assimilati dallo spettatore. Il risultato è un susseguirsi di situazioni disconnesse che, purtroppo, non riescono a dare una forma organica al film, sminuendo il messaggio di denuncia contro il maschilismo e la violenza di genere che sembrava essere il cuore della trama.
La confusione cresce con l’innesco di soluzioni narrative che sembrano prive di una struttura solida. Elementi onirici, gore e una fotografia di Marsiglia fin troppo patinata contribuiscono a smarrire la direzione del film. In particolare, il tono drammatico e l’elemento thriller vengono travolti da una sceneggiatura che non sa bilanciare l’intensità emotiva con la tensione narrativa.
Nonostante il caos che dilaga nella seconda metà del film, Merlant dimostra comunque il suo talento visivo e la sua audacia da regista. Il suo sguardo fresco e la capacità di giocare con la tensione erotica e psicologica sono evidenti, anche se, alla fine, la narrazione non riesce a supportare i molteplici cambiamenti di tono che il film impone al pubblico.
In conclusione, Le donne al balcone è un film che ha il potenziale per essere intrigante ma che si rivela fin troppo disarmonico. La regista, pur mostrando una grande energia creativa, non riesce a tenere insieme le diverse sfaccettature del racconto, lasciando il pubblico con una sensazione di spaesamento.
Se da un lato la tematica del maschilismo e della reazione femminile è evidente, dall’altro il film perde forza proprio nella gestione della trama e delle scelte stilistiche. Merlant ha indubbiamente talento, e probabilmente nelle future occasioni da regista saprà affinare la sua capacità di bilanciare il caos narrativo, ma Le donne al balcone resta un esperimento che non trova la sua forma definitiva.
Ilaria Berlingeri