In scena, dal 26 febbraio al 2 marzo 2025, Mana e Makom
Dal 26 febbraio al 2 marzo 2025, il Teatro Argentina accoglierà la Vertigo Dance Company con un programma composto da due opere coreografiche di grande intensità emotiva e filosofica: Mana, un riallestimento di una storica creazione di Noa Wertheim, e Makom, l’ultima esplorazione artistica della compagnia, che farà il suo debutto italiano.
Fondata nel 1992 a Gerusalemme da Noa Wertheim e Adi Sha’al, la Vertigo Dance Company è una delle realtà più importanti della danza contemporanea, conosciuta per la sua capacità di unire energia, vibrante movimento e temi profondi con un forte impatto sociale. La compagnia invita il pubblico a riflettere sull’essenza dell’esperienza umana, esplorando il corpo e la mente in un connubio di visioni interiori ed esteriori.
Mana: il confine tra dentro e fuori
L’avventura della Vertigo Dance Company inizia il 26 e 27 febbraio con Mana, una coreografia che ruota attorno all’immagine di una casa, simbolo del confine tra il mondo interno e quello esterno. Il concetto di mana, che in molte lingue melanesiane e polinesiane significa “forza sovrannaturale”, diventa il motore di una riflessione filosofica e mistica. Ispirata dallo Zohar, il testo fondamentale della tradizione cabalistica, la creazione indaga le dicotomie della vita: luce e buio, libertà e prigionia, maschile e femminile. Un viaggio attraverso le contraddizioni della nostra esistenza, in cui il movimento cerca di decodificare i contrasti e di esplorare l’equilibrio tra opposti.
Makom: alla ricerca del proprio centro
Dal 1 al 2 marzo, la compagnia porterà in scena Makom, un’opera che segna un passo ulteriore nella ricerca artistica di Noa Wertheim. Il termine ebraico Makom significa “luogo” ma è anche un rifugio spirituale, un concetto che accompagna lo spettatore in un viaggio alla scoperta dell’unità interiore e del conforto che risiede dentro di noi. In Makom, la coreografia esplora la tensione tra centro e periferia, forma e contenuto, creando una narrazione emotiva che rispecchia la complessità dell’esperienza umana. La danza si evolve tra costruzione e distruzione, cercando una sintesi finale, simboleggiata dal ponte di bastoni di legno che rappresenta il ritorno al “Makom”, al luogo di unità. La musica dal vivo, firmata da Ran Bagno, accompagnerà i danzatori in questa riflessione coreografica, con il violoncello di Hila Epstein e il violino di Galia Hai a creare un’atmosfera di intima intensità.
Con la scenografia minimalista e i costumi dai colori neutri, queste due opere promettono di essere un’esperienza visiva e sensoriale unica, un invito a riflettere sulla ricerca di equilibrio nell’umanità e nell’arte. Non perdete, quindi, l’opportunità di vivere la danza della Vertigo Dance Company, una compagnia capace di trasmettere emozioni universali attraverso il corpo e il movimento.
Alberto Leali