Ispirato ad una storia vera. Sarah Winchester (Helen Mirren) è l’erede della società di armi da fuoco Winchester. Dopo l’improvvisa morte di suo marito e di sua figlia, la donna si convince di essere perseguitata dalle anime uccise dai fucili dell’azienda di famiglia. Decide , così, di dedicarsi giorno e notte, 365 giorni all’anno, alla costruzione dell’enorme magione progettata per tenere a bada gli spiriti maligni. Quando lo scettico psichiatra Eric Price (Jason Clarke) viene invitato nella tenuta per valutare lo stato mentale della vedova, finisce per constatare che le convinzioni della donna hanno delle basi reali.
Reduci dal successo di Saw:Legacy, i registi Peter e Michael Spierig dedicano la loro ultima fatica, La vedova Winchester, alla casa “più infestata del mondo”, la Winchester House situata a San José in California, scegliendo come protagonista un’inedita Helen Mirren, alla prima prova in un film dalle venature horror.
Ad accompagnarla, gli australiani Jason Clarke, già apprezzato in Apes Revolution e Terminator Genisys, e Sarah Snook (Steve Jobs, The dressmaker), rispettivamente nei ruoli dello psichiatra Eric Price, dal cui punto di vista è raccontata la vicenda, e Marian Marriott, nipote della vedova Winchester.
Il film dei fratelli Spierig è un thriller soprannaturale dall’impianto classico, che avvolge lo spettatore nell’altrettanto classica atmosfera di una casa popolata da spiriti inquieti e in cerca di pace. La Mirren, nel ruolo di una reclusa in cerca di espiazione, giganteggia in ogni sequenza in cui compare e si dimostra attrice versatile e col coraggio di mettersi ancora in gioco.
“Più che un horror, si tratta di una ghost story – dice Helen Mirren alla conferenza stampa del film- e rientra nella tradizione più classica del genere. Ho accettato un ruolo così diverso da quelli che ho recitato in passato, perché mi piace mettermi al servizio dei giovani cineasti: hanno un’energia straordinaria! E poi il film è basato su eventi reali e su una figura di donna molto interessante, che non è mai uscita dal lutto e che ha messo il suo vigore creativo nella costruzione della sua enorme casa. La Winchester House è tuttora visitabile; io ci sono stata e vi assicuro che una volta entrati ci si sente subito smarriti, nonostante appaia, per certi versi, anche simile a un’immensa casa delle bambole“.
Alcuni hanno visto somiglianze tra questo film e The Others di Alejandro Amenábar, ma, in realtà, se l’opera del regista cileno riusciva a creare una tensione e un’inquietudine costanti per l’intera durata dell’opera, in La vedova di Winchester questi elementi decisamente scarseggiano.
Nonostante il ricorso reiterato a jumpscare e colpi di scena, infatti, il film degli Spierig non aggiunge nulla di nuovo al genere, accumulando porte che cigolano, corridoi oscuri, bambini posseduti e creature mostruose.
Il film accenna anche una critica a una società guerrafondaia e fondata sulle armi, che purtroppo svanisce presto, per prediligere gli effetti speciali e il mero intrattenimento. Più interessanti e terrificanti sarebbero risultati, invece, un approccio più psicanalitico alla figura di Sarah Winchester e un maggiore spazio riservato alla sua enorme casa, che avrebbe potuto divenire un inquietante e opprimente personaggio a sé stante, anziché mera location dalle potenzialità non sfruttate.
Soddisfacenti restano, invece, l’accurata ricostruzione d’epoca, le sontuose scenografie e i validi costumi.
Alberto Leali