Dopo un attento restauro, l’antico edificio riapre al pubblico con un percorso accessibile e un innovativo sistema di illuminazione
Il Parco archeologico del Colosseo ha portato a termine il primo dei dieci interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Caput Mundi, nell’ambito della missione dedicata alla digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. Dopo otto mesi di lavori e un finanziamento di 500 mila euro, la Schola Praeconum del Circo Massimo è ora accessibile ai visitatori. Situato sulle pendici meridionali del Palatino, il sito è stato oggetto di un intervento multidisciplinare che ha incluso indagini preliminari, rilievi fotogrammetrici 3D, scavi archeologici, restauri conservativi e un innovativo progetto di illuminazione sponsorizzato da iGuzzini. Inoltre, è stata realizzata una nuova rampa di accesso e una vetrata che migliora la fruizione del mosaico e degli affreschi del vano F.
L’edificio, scoperto alla fine del XIX secolo, è caratterizzato da un ambiente sotterraneo con pitture raffiguranti figure umane a grandezza naturale intente in un banchetto. Negli anni Trenta del Novecento, nuovi scavi hanno permesso di definire meglio la planimetria della struttura, composta da tre ambienti coperti da volte e affacciati su una corte porticata, di cui è stato individuato un pilastro angolare. Uno di questi spazi conserva un mosaico bianco e nero di straordinaria fattura, unico nel panorama dell’arte musiva romana, raffigurante il collegio degli araldi (praecones) in processione con il caduceo, simbolo del dio Mercurio. Indagini condotte negli anni Settanta dalla British School of Rome e dalla Soprintendenza Archeologica di Roma hanno portato alla luce scarichi di ceramica legati alla fase finale di utilizzo della Schola.
Grazie ai finanziamenti del PNRR, è stato possibile riprendere e ampliare le ricerche interrotte, avviando un programma di studio e recupero conservativo. L’edificio, risalente all’età Severiana e utilizzato fino al V-VI secolo d.C., riveste un’importanza cruciale dal punto di vista storico e topografico, connettendo il Palatino e, in particolare, il Paedagogium – la scuola per i giovani destinati a ruoli chiave nell’amministrazione imperiale – con il Circo Massimo, a cui era direttamente collegato.
Le indagini archeologiche condotte per la realizzazione della nuova rampa di accesso alla sala mosaicata hanno permesso di identificare una sequenza di occupazione del sito articolata in sette fasi, dal I al XIX secolo. I resti emersi, risalenti alla costruzione della Schola a metà del III secolo d.C. e alle successive trasformazioni fino al V secolo d.C., includono il pilastro angolare della corte porticata già noto, una colonna in marmo cipollino e un ampio ambiente absidato. Il percorso della rampa consente di osservare questi reperti, offrendo una visione completa del sito prima di giungere alla sala decorata con affreschi e mosaici.
L’intervento di illuminazione ha migliorato ulteriormente la percezione dell’edificio e del suo straordinario apparato decorativo. Il sistema illuminotecnico progettato da iGuzzini ha valorizzato sia la sala ipogea che il prospetto della Schola rivolto verso il Circo Massimo, restituendo all’edificio il suo ruolo nel contesto delle pendici meridionali del Palatino.
Il restauro conservativo ha riportato alla luce i frammenti di intonaco dipinto della grande sala centrale, caratterizzata da soffitti cassettonati e colori che sfumano dal rosso all’oro. Per migliorare l’esperienza dei visitatori, è stata installata una mappa tattile con la planimetria della Schola, i nuovi ritrovamenti archeologici e testi in italiano, inglese e braille.
L’intervento fa parte di un più ampio programma di dieci progetti previsti dal PNRR per la valorizzazione del patrimonio archeologico, due dei quali sono stati già completati nel 2024. La riapertura della Schola degli Araldi rappresenta un primo traguardo significativo, portato a termine nei tempi stabiliti. Il progetto ha integrato archeologia, restauro, illuminazione e accessibilità, permettendo di arricchire la conoscenza del sito, recuperare colori perduti e offrire a tutti i visitatori la possibilità di ammirare da vicino il mosaico che ha dato il nome all’edificio.
Con l’apertura al pubblico, accompagnata da visite didattiche nelle giornate di domenica e lunedì, prende avvio un più ampio piano di riqualificazione del versante del Palatino che si affaccia sul Circo Massimo. Nei prossimi anni, l’area vedrà ulteriori aperture e nuovi ingressi, con l’obiettivo di rendere sempre più accessibile e fruibile un patrimonio di inestimabile valore storico e artistico.
Roberto Puntato