Dal 4 novembre al cinema distribuito da Europictures
Non c’è miglior film de La scelta di Anne – L’événement per entrare nel mondo letterario dell’acclamata scrittrice francese Annie Ernaux. Il film di Audrey Diwan, vincitore della 78ma Mostra del Cinema di Venezia, narra, infatti, senza giudizio, metafore e retorica il dramma dell’aborto clandestino nella Francia degli anni’60. Esperienza che la Ernaux aveva vissuto in prima persona quando era ancora una studentessa e che aveva raccontato nel romanzo omonimo da cui questo film è tratto. Tralasciando le emozioni e frapponendo una distanza oggettiva tra spettatore e narrazione, la Ernaux sposa una scrittura neutrale e documentaristica, un’inedita commistione fra letteratura e sociologia.
Il film di Audrey Diwan ha il pregio di essere estremamente fedele allo spirito e allo stile della scrittrice, optando per una narrazione naturalistico-cronachistica, che fa riflettere su quanto ancora oggi a moltissime donne non sia possibile disporre del proprio corpo.
La scelta di Anne – L’événement segue, infatti, la protagonista, brillante studentessa di lettere, nei dolorosi mesi di una gravidanza non voluta, mentre affronta tutti i mezzi legali e illegali per risolvere il suo problema e non sacrificare il suo futuro.
La tematica non deve però trarre in inganno, perché il film è ben lontano dall’essere politico, ma si limita a raccontare in maniera dettagliata il calvario di Anne in un Paese in cui l’aborto è un tabù punito con il carcere.
La macchina da presa la segue insistentemente, senza staccarsi un attimo dal suo corpo, che diviene così il linguaggio del film, il mezzo attraverso cui esprimere ciò che sta accadendo ad Anne, sia dentro che fuori. La vediamo spesso di spalle mentre si dirige verso l’ignoto, alla ricerca di un aiuto che stenta ad arrivare, perché a dominare – in quell’epoca e non solo – sono il bigottismo e la paura.
La straordinaria Anamaria Vartolomei ci regala un’interpretazione al contempo fisica ed intima: ci sembra di sentire ogni sua emozione, di toccare con mano la sua disperazione, la sua solitudine e il suo smarrimento. I suoi occhi caparbi ma pieni di paura e di vergogna, i suoi sguardi su quel corpo che cambia mentre continuano a trascorrere le settimane, i suoi tormentati tentativi per non soccombere a quell’evento inesorabile fanno sì che lo spettatore trovi pieno coinvolgimento nella vicenda di Anne, vivendo – con lei e come lei – le durissime tappe di quell’esperienza.
E’ per questo che La scelta di Anne – L’événement è un grande film, di quelli che ti entrano in testa e non ne escono più. E’ per questo che andrebbe visto da tutti, al di là del genere e del credo politico, come un’esperienza totale da cui è impossibile uscire indenni.
Alberto Leali