Amsterdam, 1636. La bella Sophia (Alicia Vikander), orfana cresciuta dalle suore, viene presa in sposa da un ricco mercante molto più anziano di lei, Cornelis Sandvoort (Christoph Waltz). L’uomo desidera a tutti i costi un figlio, ma purtroppo lei non riesce a darglielo, mettendo così in pericolo la loro unione. Nel frattempo, i due coniugi decidono di posare per un ritratto che li renda immortali e si servono del talentuoso e inquieto artista Jan Van Loos (Dana DeHaan), che manifesta subito la sua attrazione, ricambiata, per Sophia. Nel frattempo Maria (Holliday Grainger), cameriera di Sophia, scopre di aspettare un figlio dal ragazzo di cui è innamorata, che a causa di un equivoco è fuggito via senza dare più notizie. Sophia decide così di sfruttare la situazione e di escogitare un piano vantaggioso per entrambe. Tutto ciò mentre in Olanda impazza la “febbre dei tulipani”.
Prendete tre Premi Oscar (e un cast che più glamour non si può), immergeteli in una vicenda fatta di intrighi e tradimenti ambientata nella Amsterdam del Seicento ed ecco che viene fuori La ragazza dei tulipani di Justin Chadwich, regista del fiammeggiante L’altra donna del re.
Alicia Vikander, Christoph Waltz e Judi Dench, assieme a Dane DeHaan, Zach Galifianakis e Cara Delevingne, danno vita ai personaggi del romanzo Tulip fever di Deborah Moggach, che firma la sceneggiatura insieme al premio Oscar Tom Stoppard (Shakespeare in love).
Il risultato è un melodrammone di inganni, sotterfugi e amori proibiti, illuminato da una splendida messa in scena, debitrice della grande pittura fiamminga del ‘600. Fotografia, inquadrature, costumi e scenografia lasciano infatti a bocca aperta, componendo una serie di suggestivi tableaux vivants che rendono La ragazza dei tulipani un’opera raffinata e curata in ogni dettaglio.
L’alto valore estetico del film è dunque certamente il suo maggiore punto di forza, a dispetto della struttura narrativa piuttosto usale e del disegno non troppo approfondito e monocorde dei personaggi.
La ragazza dei tulipani ha però l’indubbio merito di raccontare un pezzo di storia finora poco conosciuto e mai portato sul grande schermo, un’Olanda in fermento a causa della “febbre dei tulipani”. Un film che piacerà certamente agli amanti del turgido melodramma in costume, che si lasceranno coinvolgere da una vicenda che mescola sensualità, avidità, potere ed inganno.
Al cinema dal 6 settembre distribuito da Altre Storie.
Alberto Leali