Nelle sale italiane dal 25 gennaio con I Wonder Pictures
Nel 1725, Vivaldi presentava al Mondo Le Quattro Stagioni, opera di riferimento della storia musicale, dove ogni nota è capace di raccontare, da 300 anni, immagini di vita e natura viaggiando, appunto, idealmente tra l’estate, l’autunno, l’inverno e la primavera.
Senza osare paragoni troppo azzardati, nel 2022, Laurent Charbonnier e Michel Seydoux presentano la loro personale ode alla biodiversità, raccontandoci la vita che scorre, durante le stagioni, intorno ad una grande e vecchia quercia.
La quercia e i suoi abitanti è un documentario prezioso, che mostra le tante famiglie che abitano una quercia di circa 210 anni. Come i nostri vecchi saggi lo sono per noi umani, qui la quercia è il vero pilastro, di 17 metri d’altezza, per questa piccola società, un microuniverso denso di biodiversità.
C’è poesia in questo regno animale formato da scoiattoli, balanini, ghiandaie, formiche, topi di campagna. Ognuno ha la sua casa tra i rami e tra le radici del maestoso albero e, perché no, non mancano i soliti problemi di vicinato. L’albero ci appare come rifugio e come riparo, ma anche come un sapiente amministratore di un condominio naturale!
Considerata la Regina della foresta, la quercia simboleggia potenza e longevità: è l’albero più alto e maestoso delle foreste del nostro emisfero settentrionale. Per molti è sinonimo di speranza di vita per le generazioni future.
C’è vita che scorre tra le radici che dialogano con le altre radici nel sottosuolo, ci sono generazioni di animali che si avvicendano, c’è l’istinto di sopravvivenza, sempre presente, che aiuta la convivenza tra ogni abitante. Ci sono rispetto e solidarietà tra i protagonisti della nostra storia, senza mai scadere nel buonismo irreale, che non appartiene alla natura. Nonostante le differenze tra specie, infatti, le loro esistenze ruotano tutte attorno alla quercia, che li accoglie e li protegge dalle radici fino alla sua cima.
La maestosa quercia peduncolata (quercus robur), risalente al 1810 e scelta per il film, si trova vicino alla casa di Charbonnier, a Sologne, e le riprese sono durate un anno e mezzo, proprio per avere la possibilità di raccontare l’avvicendarsi delle stagioni. La troupe ha trascorso circa 100 giorni intorno all’albero. Una sequenza di inseguimento con un rapace, che copre 1 minuto e 20 secondi del film, è stata il risultato di ben 15 giorni di lavoro.
Negli 80 minuti di durata, La quercia e i suoi abitanti presenta un affascinante ed innovativo approccio al documentario naturalistico. La fiction entra nel documentario, con rispetto e con ottima fattura tecnica. La musica si insinua tra i suoni della natura ed il risultato è eccellente. Grazie all’assenza di voci umane, la natura è protagonista assoluta, con le sue tensioni, la sua armonia e i suoi thriller.
Il risultato è un’esperienza sensoriale inedita. Le azioni che vediamo in scena, di convivenza e sopravvivenza dei protagonisti de La quercia e i suoi abitanti, sono ponderate con criterio e montate ad hoc, per restituire agli spettatori un film sofisticato. Gli animali, nel loro habitat e non ricreati digitalmente, sono umanizzati e drammatizzati in modo mai stucchevole.
Laurent Charbonnier ha iniziato la sua carriera come cameraman televisivo, lavorando soprattutto per documentari di carattere zoologico, con all’attivo moltissimi lavori di notevoli qualità e interesse. Per questa avventura, si è avvalso della collaborazione di Michel Seydoux, regista e produttore. Nel 1975, Seydoux ha lavorato con il regista Alejandro Jodorowsky all’adattamento cinematografico di Dune di Frank Herbert. Il film non è mai stato realizzato per mancanza di finanziamenti; la storia del progetto è raccontata in Dune di Jodorowsky.
Candidato come Miglior Documentario ai César 2023, La quercia e i suoi abitanti è raccomandato per i piccoli e per tutti gli spettatori che cercano un’ora e mezza di poesia in immagini.
Ilaria Berlingeri