E’ il 23 dicembre e in una scuola elementare romana fervono i preparativi per la recita di Natale. Uno dei bambini però, il musulmano Samir, scaglia una pietra contro una finestra della scuola, ferendo gravemente il bidello e sua moglie (Valerio Aprea e Iaia Forte). L’accaduto scatenerà un acceso dibattito fra il preside (Corrado Guzzanti), una delle maestre (Lucia Mascino), i due feriti e la mamma del bambino e sua suocera (Kasia Smutniak e Serra Yilmaz). I conflitti non tarderanno ad arrivare.
Era da tempo che non vedevamo una commedia italiana così riuscita come La prima pietra di Rolando Ravello, a dimostrazione del fatto che un ottimo soggetto, un’ottima sceneggiatura e un ottimo cast possano farci ricredere sullo stato del nostro cinema.
La prima pietra è un film di Natale acido e cattivo, che non ha paura di toccare tematiche scomode e attualissime, evitando qualsiasi soluzione accomodante. Dosando abilmente comicità e veleno, il bellissimo testo del drammaturgo Stefano Massini (Premio Ubu per Lehman Trilogy) sceglie il microcosmo scolastico per rappresentare tutto ciò che divide nel nostro Paese.
Una scuola multiculturale in cui i grandi, coloro che dovrebbero svolgere il ruolo educativo, si dimostrano impauriti, superficiali e impacciati nel tentativo di far convivere pacificamente culture, tradizioni e religioni diverse.
Nessuno dei personaggi de La prima pietra ha torto o ragione, ciò che li accomuna è il muoversi su un terreno di costante paura dell’altro, che vedono come un avversario pronto a sferrare l’attacco da un momento all’atro. Troviamo, così, il preside interessato solo alla recita di Natale per cui è persino disposto a metter mano al portafogli, la maestra nevrotica e pacifista, la coppia di bidelli ebrei sotto copertura, la segretaria venale e approfittatrice e le due donne musulmane che, seppur fanatiche, sono le uniche a sforzarsi di capire il perché del gesto vandalico del ragazzo.
Una scuola in cui le vere vittime sono i bambini, che nonostante i pessimi esempi che li circondano, si dimostrano molto più avanti degli adulti, riuscendo a vedere la diversità come un valore, scevri da stereotipi e pregiudizi.
In un contesto in cui tutti sono colpevoli, chi per egoismo, chi per indifferenza, chi per sensi di colpa, non esiste salvezza: lo dimostra lo spietato finale, che rispecchia tristemente la nostra realtà.
La prima pietra è un film arguto, amaro e terribilmente divertente, la risposta italiana a Carnage di Polanski, di cui cita persino una scena ormai cult. Gli straordinari attori, con un plauso particolare per il mattatore Corrado Guzzanti e l’irresistibile Lucia Mascino, sono la ciliegina sulla torta. Non perdetelo al cinema dal 6 dicembre distribuito da Warner Bros. Pictures.
Alberto Leali