La “commedia romantica” con protagonista Renate Reinsve, vincitrice a Cannes del premio per la migliore interpretazione femminile, arriverà nelle sale italiane dal 18 novembre distribuito da Teodora Film
E’ davvero un film sorprendente La persona peggiore del mondo, così come sorprendente è la sua protagonista Renate Reinsve, premiata a Cannes come migliore attrice e ora in Italia per presentare la pellicola prima dell’uscita in sala.
Di Joachim Trier abbiamo imparato a conoscere la profondità di sguardo e la propensione all’indagine dei sentimenti e delle anime in subbuglio. Stavolta, però, il regista norvegese si tiene lontano dai toni cupi e angoscianti del precedente Thelma e si avventura nel territorio – oggigiorno piuttosto impopolare – della commedia romantica. Una commedia, però, totalmente libera da stilemi, imprevedibile dall’inizio alla fine nella sua abile e repentina alternanza di toni e registri.
Il film di Trier verte stavolta sulla ricerca dell’amore in un contesto di precarietà tanto affettiva quanto lavorativa: Julie, infatti, è una trentenne norvegese che non ha ancora trovato il suo posto nel mondo, figlia della propria epoca in tutto e per tutto. Una donna talentuosa e intelligente, ma anche perennemente inquieta e alla ricerca di ciò che vuole davvero dalla vita.
Una vita in cui l’incertezza regna sovrana: Julie passa, infatti, dalla medicina alla psicologia per poi tuffarsi nella fotografia, mentre nel frattempo fa la commessa in una libreria e saltuariamente si dedica alla scrittura. Sulla soglia dei trenta, però, sente il bisogno di una stabilità sentimentale, così va a vivere con il compagno Askel, celebre autore di fumetti e più grande di lei di più di 10 anni. Ad una festa, però, incontra il giovane Eivind, con il quale scatta subito un’inaspettata quanto profonda intesa. Entrambi fidanzati, passano la notte insieme sperimentando quali siano i limiti da non infrangere per rimanere fedeli ai propri partner. Questo incontro darà il via ad una lunga introspezione della protagonista in materia di relazioni, scelte di vita e norme sociali.
Il film è, quindi, un resoconto in 12 capitoli – con tanto di prologo ed epilogo – sulla Persona Peggiore del Mondo del titolo, che in realtà di negativo ha ben poco, ma è solo una donna alle prese con la propria – seppur tardiva – educazione sentimentale e alla vita.
Snodandosi attraverso gli umori e gli stati d’animo di Julie, nonché tra i suoi sogni e le sue fantasie, il film dipinge il ritratto indimenticabile di un’eroina che non ha paura di attraversare il presente e di assecondare le sue inclinazioni, dando forma pian piano al proprio futuro.
Una voce femminile fuori campo guida il pubblico tra le peregrinazioni della protagonista, che diventano tappe evolutive di un percorso – spesso ardito e doloroso – alla ricerca e alla scoperta di sé stessa. La persona peggiore del mondo è, infatti, un coming of age in cui molti trentenni come Julie potranno riconoscersi e il merito è anche – e soprattutto – di Renate Reinsve, che entra nel cuore del pubblico con un’energia contagiosa e incontenibile.
Il suo magnetismo è irresistibile a prescindere dai timbri dei singoli momenti, rendendola la protagonista perfetta per una storia così coraggiosa e cangiante da spiazzare completamente lo spettatore. Il film di Trier è, infatti, un oggetto pop inclassificabile, allo stesso tempo caustico e tenero, divertente e malinconico, capace di affrontare con acume temi importanti come la sessualità, la difficoltà di crescere, la maternità, la malattia, la scorrettezza politica a tutti i costi. Un film folgorante ed inedito, e per questo assolutamente da non perdere.
Alberto Leali