E’ la commedia spagnola dell’anno, vincitrice del premio del pubblico al Festival di Malaga e diretta dalla regista Inés Paris, già nota per l’esilarante A mia madre piacciono le donne: La notte che mia madre ammazzò mio padre, presentata in anteprima al Festival del Cinema Spagnolo di Roma, che ha ospitato anche la regista e l’attrice protagonista Belén Rueda, è una black comedy di quelle che gli iberici sanno fare alla perfezione. Ambientata quasi completamente all’interno di una villa sperduta nei boschi, la pellicola riunisce sei bizzarri personaggi, tutti legati al mondo del cinema, in occasione di una cena di lavoro decisiva per la realizzazione di un film. Personaggio centrale è Isabel, attrice frustrata dall’avanzare dell’età e dal diradarsi delle offerte di lavoro, interpretata meravigliosamente dalla Rueda, che escogita un piano diabolico e machiavellico per ottenere il ruolo che può dare una scossa alla sua tramortita carriera. Attraverso un riuscito esercizio di metacinema, la Paris spariglia continuamente le carte del gioco, facendo emergere tensioni ed equivoci che scatenano continue risate e sorprese. Molte delle situazioni che si susseguono sullo schermo sono infatti esilaranti e scoppiettanti, merito di un plot intelligente ed arguto, di dialoghi effervescenti e della bravura di un cast lasciato a briglia sciolta (oltre alla Rueda, strepitosi sono Eduard Fernández, Fele Martínez, Diego Peretti, María Pujalte e Patricia Monterò). Con una macchina da presa mobilissima, la Paris coinvolge l’inedita famiglia allargata e il suo ospite in una spirale di follie e finzioni che diverte e coinvolge per l’intera durata dell’opera. In sintesi, un film brioso e ritmato nonostante l’impianto evidentemente teatrale; un delirante e ben oliato marchingegno, in cui realtà e finzione si danno continuamente il cambio.
Alberto Leali