Dal 19 febbraio al 3 marzo sul palcoscenico del Teatro Eliseo il capolavoro di Luigi Magni, La commedia di Gaetanaccio, con Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti e con le musiche originali di Gigi Proietti, Piero Pintucci e Luigi Magni
La commedia di Gaetanaccio, capolavoro di Luigi Magni che torna in scena dopo quarant’anni esatti dal suo debutto, è ispirata a un personaggio realmente esistito a Roma, Gaetano Santangelo detto appunto Gaetanaccio, burattinaio ambulante che sulle spalle trasportava il suo castello di marionette per le vie, le piazze e all’interno dei palazzi della nobiltà romana, dove spesso era chiamato per rallegrare feste e banchetti.
Siamo nella Roma papalina, la soggiogazione del povero, l’indigenza, la paura sono sentimenti che vengono compensati dal carattere indolente, giocoso e spavaldo di un popolo che con gli abusi del potere ha sempre convissuto. E così l’irriverente e gradasso Gaetanaccio, innamorato di Nina, anch’essa attrice in cerca di fortuna, condivide con lei la sorte, ritrovandosi davanti al bivio del compromesso.
Come in tutte le sue opere, Magni dipinge una Roma che riesce a far convivere amore e cinismo, ironia e poesia. È principalmente una commedia musicale che anche grazie alla presenza dei musicisti in scena, evoca la dimensione onirica, favolistica del testo.
Le canzoni, seppur a volte accompagnate da musiche leggere e allegre, presentano uno sfondo amaro e sarcastico. Nei dodici brani che compongono l’opera sono narrate le vicende del protagonista e della comunità di teatranti che, a causa del divieto che proibisce ogni tipo di rappresentazione, patiscono la fame costretti a inventarsi la vita per sperare di sopravvivere.
Sudditi fedeli, sete richiamati alla penitenza e al ravvedimento. Penitenza perché tutti, più o meno, avete sbajato a sottovalutà er pericolo. Ravvedimento perché, sia pure scausalmente, con atteggiamenti leggeri e permissivi, ne avete fatorito il dilagarsi. In conseguenza, è reso obbligatorio il precetto pasquale… Sono proibite alle donne le vesti attillate perché invereconde, la vaccinazione delle crature perché diabolica e l’innesto delle piante, perché alterando il disegno armonico del creato, è contronatura. Ma, soprattutto,
vengono soppresse tutte quelle presunte attività culturali le quali che, quando va bene, non servono a gnente.
Questo il prologo, un editto in cui si mostrano in tutta la loro sconvolgente attualità i temi affrontati. E la prima battuta di Gaetanaccio, in risposta alla lettura del messo, avviene legato e circondato da quattro gendarmi. Le bastonate che subisce per le sue parole dette a sproposito (o meglio a proposito) sono le stesse che popolano le storie dei suoi burattini, dove spiccano le contraddizioni di una vita sospesa tra
sentimenti e bisogni primari, tra cinismo e romanticismo, tra vita e morte, tra plebe e potenti.
A rendere ancor più spiccata la similitudine tra i personaggi e i burattini di Gaetanaccio, oltre alle avversità che popolano le loro storie, sono anche gli abiti che indossano, la cornice in cui si muovono, quasi a evocare una scena nella scena. Perfino la Morte, sempre presente nella tradizione romana, assume carattere antropomorfo e si fa persona vera per intervenire nel destino dei protagonisti.
L’amore, rappresentato da Nina, è l’ideale amoroso puro e irraggiungibile che si mostra nella sua poetica fragilità capace di essere forte e concreta quando la vita lo richiede. Un desiderio di poesia e bellezza che rappresenta l’unico riscatto allo scetticismo e all’apatia si concretizzano nel miracolo finale; e quella che sembra essere una commedia ‘contro il papato’ trova il suo finale nella magia dell’amore, nella sconfitta della morte, nella gioia della vita.
Sogno e realtà le parole chiave capaci di raccontare questo nuovo allestimento, adatto anche ad un pubblico di giovanissimi, che vuole riportare La commedia di Gaetanaccio ai primi posti dei classici della tradizione popolare, dove merita di essere.
La presenza di Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti nei ruoli dei protagonisti rappresenta una continuità con l’allestimento storico dello spettacolo, allora diretto e interpretato da Gigi Proietti, autore anche delle musiche insieme a Piero Pintucci, oggi riarrangiate da Massimo Fedeli.
Un cast di giovani attori arricchisce questo spettacolo di dirompente energia che si avvale dei bellissimi e fantasiosi costumi realizzati da
Santuzza Calì e dei suoi cinquanta burattini che popolano la scenografia di Fabiana di Marco, delle divertenti coreografie di Ilaria Amaldi, del disegno luci di Umile Vainieri e del suono di Manuel Terralavoro, tutti coadiuvati dalla regia poetica di Giancarlo Fares.
Zerkalo Spettacolo