Il film premiato a Cannes 2019 viene presentato Fuori Concorso ad Alice nella città e dal 31 ottobre arriverà nelle sale italiane
Dopo il successo al Festival di Cannes dove hanno ricevuto il premio per la Miglior Regia, Jean-Pierre e Luc Dardenne giungono a Roma per accompagnare il loro ultimo lungometraggio, “L’età giovane” (Le jeune Ahmed).
Il film, che uscirà in Italia il prossimo 31 ottobre distribuito da BiM Distribuzione, viene presentato Fuori Concorso ad Alice nella città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, dove i due registi sono anche protagonisti di una masterclass.
I fratelli Dardenne, due volte Palma d’Oro a Cannes e acclamati dalla critica internazionale, firmano anche la sceneggiatura del film.
Il cast de L’età giovane è composto da Idir Ben Addi, Olivier Bonnaud, Myriem Akheddiou, Victoria Bluck, Claire Bodson.
Sinossi
In Belgio, ai giorni nostri, il destino del giovane Ahmed (Idir Ben Addi), 13 anni, combattuto tra gli ideali di purezza professati dal suo imam e i richiami della vita.
L’adolescenza
“Abbiamo cercato di raccontare quella delicata fase di passaggio tra l’abbandono dell’infanzia e l’ingresso nell’adolescenza, attraverso un protagonista che all’apparenza non mostrava alcun sintomo di violenza.
La durata delle riprese è stata di 9 settimane e in questo arco di tempo il corpo del giovane protagonista, Idir Ben Addi, è cambiato, permettendo una coincidenza perfetta tra tempo reale e filmico.
L’adolescenza è un periodo molto particolare della vita umana, in cui purezza e impurezza finiscono per mescolarsi. L’impurezza, però, non è da considerare in negativo, perché coincide con la vita, con il contatto con gli altri ed il mondo esterno. Per tutto il film, Ahmed corre verso la morte, ne è totalmente ossessionato. Sarà la sua caduta, intesa in senso fisico e metaforico, che gli farà finalmente abbracciare la vita”.
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=_Ee06ubORpo
Il fenomeno della radicalizzazione
“Oggi in Belgio ci sono molti imam che fungono da cattivi maestri, attraverso le interpretazioni estremistiche del Corano che cercano di trasmettere.
Abbiamo un amico che ha fatto frequentare a suo figlio un corso di arabo in moschea, ma che poi ha deciso di ritirarlo perché l’imam promuoveva la lotta contro la società occidentale.
Fortunatamente, però, in Belgio si sta assistendo a una presa di coscienza da parte dei musulmani non radicali che respingono fortemente questo fanatismo. È dato molto importante da sottolineare”.
Alberto Leali