Il giovane Reynaldo viene cacciato di casa da sua madre e introdotto dal fratello nei circuiti della microcriminalità mendoziana. Durante una rapina, il ragazzo riesce a scappare con la refurtiva e si rifugia nel giardino di un’ex guarda giurata in pensione, Carlos Vargas. L’uomo lo accoglie nonostante capisca che il giovane si è messo nei guai e da quel momento instaura con lui un curioso rapporto maestro/allievo.
Opera prima del regista argentino Santiago Esteves, L’educazione di Rey, pensata inizialmente come una serie televisiva, è un film che mescola generi e temi diversi, ma sposa un’asciuttezza narrativa che ne diviene l’efficace cifra stilistica.
Crime story, racconto di formazione, thriller, dramma sociale, il film si concentra sulle ferite dell’adolescenza e su un rapporto padre/figlio nato per caso, all’interno di un microcosmo brutale scandito dalla legge del più forte.
Quello di Esteves è, infatti, il ritratto di due esseri segnati dal dolore, di due mancanze che si compenetrano, di due destini che si allacciano: lavorando di sottrazione, il regista riesce, così, a scandagliare la psiche dei personaggi e a coglierne il sentire.
In un desolante scenario in cui la criminalità seduce e distrugge i più giovani, specie quelli di cui le famiglie non vogliono o non sanno occuparsi, il personaggio di Carlos, che insegna a Rey a riparare ai suoi errori e a prendere la giusta strada, diventa il simbolo di un’Argentina che non ha perso la speranza e che, malgrado gli errori commessi in passato, trova nell’esercizio della trasmissione la più grande forma di riscatto.
Ma il film fa luce anche su una problematica sociale e politica che attanaglia da tempo gran parte dell’America Latina: la dilagante corruzione all’interno della polizia, che sfrutta quelle nuove generazioni che vivono ai margini di una società che le ha completamente dimenticate.
Matías Encinas, giovane attore al suo debutto sul grande schermo, non solo ha le physique du rôle ma dimostra un talento sorprendente, accompagnato da un veterano del cinema latinoamericano come Germán de Silva.
L’educazione di Rey, già presentato in selezione all’ultima edizione del Festival del Cinema Spagnolo di Roma, arriva nelle sale italiane dal 4 aprile distribuito da EXIT Media.
Roberto Puntato