Un noto giornalista, reporter di guerra scosso dalla morte di un suo collega, viene chiamato dal Vaticano a testare la veridicità dell’apparizione della Vergine Maria, avvenuta in un piccolo villaggio francese. Dubbioso e del tutto estraneo a quel mondo, accetta, però, di far parte della commissione d’inchiesta. S’imbatterà nella giovane orfana e novizia Anna.
Come sempre nel cinema di Xavier Giannoli (Marguerite, Superstar), il concetto di frode è al centro del racconto: stavolta, però, il terreno di gioco è quello più spinoso della religione, attraverso cui l’autore indaga sul mistero (e sui misteri) della fede.
Ciò non vuol dire che L’apparizione sia un film contro la Chiesa o i suoi rappresentanti, ma piuttosto un’opera abile a mettere in scena i dubbi che suscita nell’uomo, fedele o meno che sia, un evento impossibile da spiegare col raziocinio.
Anna, il bel personaggio interpretato con convinzione da Galatéa Bellugi, afferma di aver visto la Madonna: a sostenerla ci sono il suo confessore e migliaia di pellegrini che giungono in massa sul luogo dell’evento miracoloso. D’altra parte, ci sono le riluttanti autorità ecclesiastiche che indagano per accertare i fatti, chiedendo aiuto al solido giornalista interpretato da Vincent Lindon (ottimo come al solito).
Per lui, franco, razionale e turbato dalla morte di un collega di cui si sente responsabile, Anna è un essere fragile e da proteggere, vittima di una grande manipolazione. Ma la realtà a volte è più complessa di quello che la ragione possa immaginare: la soluzione finale del film sorprenderà, infatti, non solo il personaggio di Lindon ma anche lo spettatore, che cerca, per le oltre due ore di durata, di districarsi fra le molteplici linee narrative offerte dal film.
L’apparizione indaga, così, sulla linea che separa il misticismo dalla mistificazione, senza pendere da nessuna parte, ma conciliando, piuttosto, le due ipotesi. L’intento di Giannoli non è, infatti, quello di fornire risposte categoriche agli enigmi della religione, ma di raccontare una storia umana, che si nutre di dubbi e dolore, di verità e menzogna, senza mai risultare incoerente.
Severo, misterioso, affascinante, L’apparizione aggira il rischio di realizzare il tipico film d’inchiesta, spingendosi molto oltre la critica del mondo clericale: ciò che gli interessa, infatti, è soprattutto mettere in scena l’intenso ritratto di due anime sole e bisognose di amore, che hanno in comune molto più di quanto non immaginino. Al cinema dall’11 ottobre distribuito da CINEMA di Valerio De Paolis.
Alberto Leali