Due anni fa usciva Kingsman: Secret Service di Matthew Vaughn, tratto dalla miniserie a fumetti Millarworld The Secret Service di Mark Millar, che raccolse, grazie al suo stile irriverente, esplosivo e contaminato, un successo così vasto da mettere subito in produzione un sequel. Ecco, quindi, che ora abbiamo il piacere di vedere, sempre per la regia di Vaughn, Il Cerchio D’Oro, un secondo capitolo, che estremizza i punti di forza e conferma la formula originale e adorabilmente pop del primo. Anche in questo Il Cerchio d’Oro c’è, infatti, una vera e propria esplosione di azione, erotismo e comicità, accompagnata da una regia iperdinamica ed eccitante, che lo rende assolutamente imperdibile.
Si riparte esattamente da dove eravamo rimasti: Gary Unwin ( Taron Egerton ) è ormai un pilastro dei Kingsman, e, dopo aver salvato il mondo, si gode la sua nuova vita in compagnia della bella e ricca fidanzata Tilde. La sartoria/società segreta, che ha perso (solo apparentemente) il mitico Harry ( Colin Firth ), amministra le solite faccende cittadine, fino a che non si paleserà una nuova, concreta e pericolosissima minaccia per la salute del mondo: Poppy, una pericolosissima narcotrafficante che sta ricattando il governo degli Stati Uniti per ottenere la legalizzazione di ogni tipo di droga. La Kingsman comprende che, di fronte a una tale emergenza, deve rivolgersi ai cugini americani: gli Statesman. Ci spostiamo, così, da Londra agli Stati Uniti e incontriamo le gustose new entry del cast: Channing Tatum, Jeff Bridges, Halle Berry e, soprattutto, Julianne Moore. Il cattivissimo personaggio di Poppy di quest’ultima, infatti, regina del narcotraffico che ha ricreato gli anni ’50 nella giungla del Sudest asiatico ha ricreato gli anni ’50, facendo, conquista subito il pubblico con i suoi modi diabolicamente affettati e con il suo ingegno perversamente folle.
Inoltre, i personaggi del primo film, eleganti spie inglesi, vengono adeguatamente approfonditi e messi a confronto con i freschissimi Statesman, i loro ben più rozzi, ma esilaranti, cugini americani, che hanno edificato una prolifera agenzia segreta sulle fondamenta di una famosissima marca di whiskey.
Kingsman – Il Cerchio d’Oro sembra prendere spunto dai film di spionaggio americano, con le loro sceneggiature irresistibilmente improbabili e piene di sequenze action, esplosioni e scontri a fuoco (girate qui con i più mirabolanti movimenti di macchina). Non una parodia del genere, però, ma semmai un omaggio ipercinetico e citazionista, esagerato e scatenato (vedasi il folle incipit che ci catapulta subito nel bel mezzo della vicenda).
Possiamo dire, senza dubbio, che il brand Kigsman è, ad oggi, uno dei più validi nel sempre più vasto panorama blockbuster e cinecomics: un film di intrattenimento gustoso, adrenalinico, pieno di inventiva (vedasi l’intelligence che ha il proprio quartiere generale in una distilleria a forma di bottiglia o le spassosissime gag del prigioniero Elton John nel ruolo di se stesso). Completano il quadro una squadra di attori eccezionale, che pare davvero divertirsi un mondo.
Alberto Leali