Il Cacciatore è la nuova serie tv di Rai 2, in onda dal 14 marzo, liberamente ispirata alla vera storia del magistrato Alfonso Sabella e tratta dal suo libro “Il cacciatore di mafiosi”. Nel cast, oltre al protagonista Francesco Montanari nel ruolo del PM Saverio Barone, l’attrice messinese Katia Greco
Katia Greco, messinese di nascita con alle spalle una lunga carriera teatrale, televisiva e cinematografica, farà parte del cast della nuova serie tv di Rai 2 “Il Cacciatore”, nel ruolo dell’amante del boss Uccio Barbagallo. Ricordiamo Katia nelle vesti della prima fidanzata di Michele Riondino nella serie Il giovane Montalbano, ma anche come volto della campagna pubblicitaria della Wind a fianco del comico Giorgio Panariello.
In questa intervista Katia Greco ci racconterà il suo personaggio e cosa vedremo nella quinta puntata de Il Cacciatore, in onda dal 14 marzo su Rai 2.
Katia Greco su Rai 2 con Il cacciatore, che descrive i retroscena delle indagini e degli arresti di alcuni noti latitanti, condotti dal magistrato Sabella. Cosa puoi dirci di più?
“Posso dirvi che è una serie che si concentra non solo sulla lotta alla mafia negli anni ’90 e che per questa ragione non è solo una storia investigativa, ma si sofferma a raccontare la personalità complessa del procuratore Barone, interpretato da Francesco Montanari, che per inseguire la sua ossessione per la giustizia ha sacrificato molti aspetti della sua vita: la famiglia, gli amici, la possibilità di vivere una vita “normale”.
Siamo negli anni ’90, durante il periodo di Cosa Nostra. Uccio Barbagallo, una volta arrestato, fu convinto a collaborare, altrimenti i mafiosi avrebbero saputo che aveva raccontato tutto a una donna che non era sua moglie. Tu interpreti l’amante di Uccio. Chi è da vicino questa donna e in che modo vive questa storia?
“L’amante di Barbagallo era una ragazza di ventidue anni di estrazione sociale molto umile, che viveva a Villabate. Nella serie si chiamerà Serena, ma il suo vero nome era Rossella. Quando scopre che il suo amante ha a che fare con la mafia, per paura di finirci in mezzo, va a raccontare tutto alla polizia, che le chiede di continuare a fare come se nulla fosse, mettendole una microspia in camera da letto. Così, ogni volta che Uccio le raccontava delle persone che aveva ucciso, le sue confessioni venivano trascritte”.
A lei toccò cambiare identità e vita in una località segreta….
“A Serena, soprannominata Nikita dagli investigatori, toccò cambiare identità e trasferirsi in una località segreta dove le fu data anche la possibilità di avere un lavoro. Nell’approcciarmi a questo personaggio, ho sentito fortemente il suo bisogno di riscattarsi e di cambiare vita, per cui credo che la sua scelta di consegnare Uccio alla polizia sia dovuta non solo alla paura di mettere a rischio la propria incolumità, ma anche alla voglia di darsi una possibilità, viste le sue misere condizioni”.
Quali sono le tue considerazioni sul coraggio che ha avuto il magistrato Alfonso Sabella sfidando il pericolo della mafia?
“Riguardo alle mie considerazioni, non posso che provare una forte ammirazione per quel fortissimo senso di giustizia che gli ha permesso di sfidare il pericolo della mafia, mettendo a rischio la propria vita”.
Da siciliana, non pensi che la Sicilia debba scrollarsi di dosso l’etichetta della mafia?
“Certamente non mi fa piacere che alla Sicilia sia stata data questa etichetta, ma è pur vero che non si può rinnegare il passato e il mio auspicio è che si lavori per renderla una terra migliore, libera da ogni pregiudizio legato alla mafia”.
Tra i tuoi prossimi progetti ci sono L’Allieva 2 e un film in lingua inglese. Ce ne vuoi parlare?
“Ne L’Allieva 2 interpreto il ruolo di Ottavia, una ragazza che lavora in un negozio di vestiti vintage e che sarà coinvolta in una vicenda che non posso purtroppo svelarvi. Mentre in autunno uscirà al cinema un horror girato in inglese che si intitola Cruel Peter, in cui vesto i panni della protagonista femminile”.
Roberto Puntato