Un trionfo la prima dello show che celebra i primi 50 anni dell’Opera rock più amata di tutti i tempi e i 30 anni dalla regia di Piparo. In scena fino al 7 aprile
Lo ammetto, sembra superfluo recensire uno spettacolo come Jesus Christ Superstar. L’opera diretta da Massimo Romeo Piparo, che ha cambiando per sempre la Storia del musical italiano, non ha certo bisogno di dimostrarsi all’altezza della sua fama, anche in una limited edition che vede un rinnovo del cast, ma non certo una rivoluzione dell’opera di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber.
Questo nuovo Jesus Christ Superstar, messo in scena ieri sera al Sistina tra ovazioni e applausi scroscianti, risponde ai canoni a cui Piparo ci ha abituato negli ultimi 30 anni (ed ancora di più degli ultimi 10), riunendo il meglio del cast già noto, ma aggiungendo alcune importanti new entry.
A cominciare da una sublime Anggun nel ruolo di Maria Maddalena: la sua voce incantevole, dalle tonalità calde e profonde, regala al personaggio una sensualità avvolgente e una soavità malinconica. D’impatto anche la presenza scenica, grazie a una bellezza orientale che si distingue e risalta e che si mescola alla spiccata intensità emotiva.
Forse, però, la sorpresa più grande è Lorenzo Licitra nel ruolo di Gesù, quello che l’iconico Ted Neeley ha interpretato per 50 anni, di cui 10 con la regia di Piparo. Il giovane cantautore 33enne porta sulle spalle una responsabilità pesante quanto la croce di Cristo, eppure si dimostra straordinario e pulsante. E non solo per vocalità, che potremmo definire travolgente, con quella capacità di raggiungere vette vertiginose e di usare magnificamente il falsetto, ma anche per vigore, mimica e physique du rôle. E ciò fa ben sperare che il suo Jesus andrà avanti per molti e molti anni, proprio come gli ha augurato un soddisfatto Ted Neeley a fine spettacolo.
Felicemente libera è l’interpretazione di Frankie Hi-ngr mc nel ruolo di uno stravagante Erode, che da qualche anno fa parte del cast dello show, regalando freschezza e originalità. Gustosissima è infatti la scena che lo vede protagonista mentre si diverte con i compagni a fare canestro sul palco, sbeffeggiando il re dei Giudei.
Per il resto, il cast riconferma i talenti storici dello show firmato PeepArrow: da Claudio Compagno nel ruolo di Pilato a Giorgio Adamo nei panni di Simon, da Paride Acacia come Hannas a Francesco Mastroianni come Caifa. Tutti eccellenti e perfettamente in parte, pur se il nostro preferito resta un potente Feisal Bonciani nel ruolo di Giuda Iscariota che, con il passare degli anni, ricorda sempre più il mitico Carl Anderson del film di Norman Jewison, trasmettendo tutta la tormentata interiorità al personaggio.
Un colpo al cuore la scena che vede arrivare in video, a ciascuna frustata subita da Gesù, le scioccanti immagini della nostra epoca moderna, dalle Torri Gemelle al genocidio palestinese fino alla guerra in Ucraina.
L’eccezionalità dell’Orchestra dal vivo diretta dal Maestro Friello, della scenografia e dei costumi, della regia visionaria di Piparo, delle coreografie messe in scena da ottimi ballerini e performer, alimentano un’atmosfera che rimane fortemente impressa nelle nostre menti.
Questo nuovo Jesus Christ Superstar è, quindi, quello che ci aspettavamo e che volevamo. E non poteva essere altrimenti: Piparo sa bene che non si tocca e non si snatura un capolavoro e in questi 30 anni l’ha ampiamente dimostrato. Il suo è un omaggio straordinario agli anni ‘70, a quella musica e a quelle atmosfere che hanno reso Jesus Christ Superstar uno degli show più amati di tutti i tempi.
Uno spettacolo immortale, capace di parlarci oggi proprio come allora, e così trasversale da riunire più generazioni.
Roberto Puntato