Il fotografo statunitense Jeff Bark ospite di Palazzo delle Esposizioni con un corpus di più di 50 opere inedite dedicate alla Capitale. Dal 7 giugno al 28 luglio 2019
Jeff Bark – Paradise Garage è la prima personale in Italia del fotografo statunitense Jeff Bark che riunirà un corpus composto da più di cinquanta opere inedite, dedicate alla Città Eterna.
La mostra, curata da Alessio de’Navasques, è pensata come un percorso che coinvolgerà il pubblico, trasportandolo nel mondo onirico ideato dal fotografo: ogni immagine è sapientemente costruita da Bark come fosse il frammento sospeso di una storia; nel suo garage nell’Upstate New York, è lui stesso a trasformare gli spazi e le pareti nude in scenari evocativi ed enigmatici in cui convivono riferimenti iconografici all’arte del passato e dettagli stranianti.
I set ideati dal fotografo per la mostra a Palazzo delle Esposizioni – frutto di un processo di studio e di creazione artigianale – diventano paesaggi surreali, scene conviviali, ritratti monumentali che rievocano, in chiave contemporanea, lo spirito delle grandi quadrerie allestite per temi nei palazzi barocchi romani.
Interni domestici, nature morte, paesaggi naturalistici, wunderkammer assemblate sono alcuni dei soggetti ricorrenti, dove il falso diventa reale e la realtà assume forme ingannevoli, in un gioco di prospettive e ribaltamenti. I dettagli ingigantiti, le inaspettate proporzioni aprono nuove letture di oggetti e situazioni, mettendo in discussione convenzioni temporali e stilistiche.
Jeff Bark ha iniziato questo progetto oltre due anni fa: una breve visita nella capitale italiana ha innescato un singolare processo creativo di ricostruzione del Gran Tour nel Bel Paese, tra immaginario e reale.
Il suo punto di vista restituisce poesia agli oggetti, in parte souvenir trovati nei flea market americani, che diventano il punto di partenza di grandiose composizioni e solenni ritratti: rappresentazioni simboliche e allegoriche della natura umana, concepite grazie ad un uso sapiente della luce e alla ricchezza dei dettagli, che sono spesso elementi spiazzanti e inaspettati. Ogni immagine appare, quindi, come estrapolata da una misteriosa sequenza, di cui non si conosce l’inizio e l’epilogo.
L’autenticità e l’ambiguità, la bellezza sensuale, le luci e le ombre, sono le coordinate di un Viaggio in Italia privo di una precisa connotazione spaziale e cronologica, che evoca momenti artistici che vanno dal Rinascimento, al Barocco, ai film di Fellini e Visconti.
Il limite di uno spazio ridotto come quello del suo garage, ha stimolato Bark in questo approccio meticoloso e cinematografico, che rende il lavoro profondamente pittorico, mettendolo in relazione con tutta la storia dell’arte europea, italiana e fiamminga.