Un viaggio attraverso le riflessioni sul cambiamento e sulla crisi del mondo dello spettacolo, nella ricerca di una nuova identità sociale e culturale. Dal 26 febbraio alla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti
La nuova mostra-installazione di Raffaele Curi, intitolata “Is it Sundown?”, che inaugura il 26 febbraio alla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti a Roma, negli spazi di rhinoceros gallery, invita il pubblico a riflettere sulla grande trasformazione che il nostro mondo sta vivendo. La crisi dello spettacolo, la crescente influenza dell’Intelligenza Artificiale e l’emergere di una nuova America sotto Donald Trump sono solo alcuni dei temi esplorati in un percorso che affonda le radici nella domanda fondamentale: siamo davvero al tramonto di un’epoca, o stiamo semplicemente vivendo l’inizio di una nuova era, diversa ma altrettanto ricca di potenzialità?
L’installazione si sviluppa come un caleidoscopio di citazioni e suggestioni che attraversano la cultura contemporanea. A partire dal celebre design di Gaetano Pesce, “Tramonto a New York”, che nel 1980 rappresentò il simbolo di un’epoca che stava finendo, Curi elabora la propria visione del cambiamento sociale e culturale, mettendo in scena immagini potenti e riflessioni sul futuro dell’umanità. Il tema centrale è il destino dell’uomo di fronte a una rivoluzione tecnologica e sociale che sembra minacciare la sua stessa identità.
Nella hall della Fondazione Alda Fendi, i visitatori vengono accolti da un dialogo visivo tra due proiezioni che incorniciano la tensione tra la grandezza passata e la crisi attuale: una scena dal film La caduta dell’Impero Romano di Anthony Mann, che pronuncia la frase “Roma non è mai stata più grande e più forte di ora”, segue una sequenza video che si sposta da un’immagine iconica di Hollywood fino ai devastanti incendi che hanno recentemente colpito Los Angeles. Citazioni da Romolo Augustolo e Giovenale, insieme a riferimenti a Stephen King, arricchiscono ulteriormente il dibattito sulla decadenza delle grandi potenze.
Al primo piano, il percorso espositivo si divide in due ambienti che pongono il visitatore di fronte a simboli di un mondo che sta cercando di reinventarsi. Da un lato, un’icona del design, il divano “Tramonto a New York” di Pesce, è imprigionato in una gabbia di alluminio, negando simbolicamente la centralità di New York come punto di riferimento globale. Dall’altro, una sfera gialla cresce e svanisce sul muro, accompagnata dalle parole: “La mente intuitiva è un dono sacro. La mente razionale è un fedele servo. La nostra società adora il servo e ha dimenticato il dono.”
Un elemento centrale della mostra è la rappresentazione del regista David Lynch, realizzata con l’Intelligenza Artificiale. Le sagome sospese di Lynch, con i volti sigillati da nastri di pellicola, evocano il mistero e la complessità del cinema europeo, mentre le colonne sonore dei suoi celebri film Blue Velvet e Mulholland Drive completano l’atmosfera surreale. Inoltre, un riferimento visivo alla poltrona “Up” di Gaetano Pesce introduce una riflessione sull’impatto che il design e la cultura hanno avuto sull’evoluzione della nostra società.
Salendo al piano superiore, il colore diventa protagonista: magliette oversize con la scritta “is it sundown?”, appese con fili trasparenti, trionfano come simbolo di una nuova identità che emerge nel contesto di una crisi globale. Un’ultima immagine, la Rampa Imperiale di Domiziano nel Foro Romano, appare sovrapposta a un articolo del The Guardian che analizza l’influenza della piattaforma TikTok, creando un connubio tra passato e presente, tra il romano e il moderno, tra la cultura antica e quella digitale.
“Is it Sundown?” si propone come una riflessione profonda sui temi della decadenza e della speranza, ma anche un invito a esplorare nuove visioni artistiche e culturali per affrontare le sfide del nostro tempo. Un’opera che, tra citazioni cinematografiche e design, Intelligenza Artificiale e simbolismi moderni, ci spinge a guardare avanti, cercando i bagliori di un futuro che potrebbe rivelarsi tanto incerto quanto ricco di nuove possibilità.
Roberto Puntato