È un’indagine dal basso sul nostro tempo il nuovo doc di Walter Veltroni, che raccoglie esperienze di felicità intervistando persone comuni e appartenenti a realtà diverse. Partendo dal presupposto che la felicità non è uno stato permanente, ma ne vanno colti i momenti, ‘Indizi di felicita’ racconta un’umanità che, nonostante sofferenze e tragedie, ha la forza di sorridere, andare avanti e sperare. I numerosi intervistati raccontano la loro esperienza di felicità nei luoghi in cui l’hanno vissuta, e sono proprio le persone, i posti e i momenti gli indizi di felicità del titolo, possibili anche in tempi difficili come quelli che viviamo. Peccato però che i racconti sembrino assemblati alla rinfusa, specie a causa di un montaggio non particolarmente curato e, in generale, di una regia fin troppo spicciola. E ciò forse perché il fine di Veltroni è, evidentemente, quello di dare più spazio possibile alle storie, ponendo in secondo piano la forma. Senza nulla togliere alla sincerità e al valore dell’operazione, risulta, però, un limite questa volontà di non voler trasformare le buone intenzioni in discorso estetico, poiché si depotenzia e priva di interesse il narrato. Tutte le soluzioni registiche sono infatti prevedibili e fin troppo semplicistiche e in tutto il film serpeggia un didascalismo che purtroppo priva l’operazione di una forza che la elevi a qualcosa che resti nella memoria. A rimanere nell’ombra, inoltre, sono le situazioni di vita più comuni e legate al quotidiano di noi tutti, in quanto Veltroni intervista soggetti che per la maggior parte hanno vissuto esperienze ‘straordinarie’, che sicuramente commuovono o sconcertano, ma in cui è ovviamente difficile riconoscersi.
Alberto Leali