Fabio Condemi e Gabriele Portoghese portano in scena l’“officina poetica” di Pasolini
Dal 19 al 30 maggio nella Sala Oceano Indiano del Teatro India va in scena QUESTO È IL TEMPO IN CUI ATTENDO LA GRAZIA, biografia onirica e poetica dedicata a Pier Paolo Pasolini pensata dal regista Fabio Condemi, assieme all’interprete Gabriele Portoghese, come un viaggio dentro le sceneggiature del poeta friulano, attraverso cui ricostruire un affresco della sua “officina poetica”.
Lo spettacolo, sospeso a causa dell’emergenza pandemica, si inserisce fra gli affacci del progetto produttivo e abitativo Oceano Indiano del Teatro di Roma, rimasto attivo durante i mesi di chiusura grazie alle energie e alle voci degli artisti residenti, garantendone la continuità e le possibilità creative senza rinunciare al dialogo con la città.
«Lo sguardo su un mondo, quello contadino e preindustriale, che sta incessantemente scomparendo, le periferie viste come luoghi di disperata e ultima ricerca della grazia, le “folgorazioni figurative” per i pittori medievali studiati sotto la guida di Roberto Longhi, i corpi e la loro viva sessualità. Questo è il materiale col quale ci vogliamo confrontare: non il suo cinema (cioè il prodotto definitivo delle sceneggiature) ma il suo sguardo sempre lucido e sorprendente – raccontano Fabio Condemi e Gabriele Portoghese – Uno sguardo in continuo movimento, pieno di echi antichissimi e sempre pronto a cogliere attorno a sé autentici momenti di grazia e di vita anche se annidati in luoghi pieni di miseria. Uno sguardo che ci riguarda, sempre».
Punto centrale dello spettacolo, il tema dello sguardo: «Si comincia col bambino che vede il mondo, la luce, la natura, sua madre per la prima volta (Edipo) si avanza con lo sguardo antico e religioso sul mondo del Centauro (Medea) per arrivare fino allo sguardo su un’Italia imbruttita dal nuovo fascismo consumista (La forma della città). Termini come “vede”, “visto da”, “vediamo”, “guarda”, “attraverso gli occhi di” compaiono creano un filo rosso che si dipana all’interno dei vari testi scelti». In un mondo e un tempo in cui la capacità di osservare le cose sembra essersi ridotta, atrofizzata, la pièce di Fabio Condemi e Gabriele Portoghese rivendica la scelta di partire da del materiale letterario in cui la capacità di “guardare” raggiunge livelli di chiarezza e appunto, di grazia, imparagonabili. Uno spettacolo costruito per riflettere e interrogarci sul tema del vedere noi stessi e la realtà.