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Claire Denis torna ad affascinare con il suo cinema criptico, introspettivo e sensuale. Stavolta, al centro del bellissimo Incroci sentimentali, c’è una coppia apparentemente perfetta (Juliette Binoche e Vincent Lindon), che viene messa in crisi dal ritorno nelle loro vite di un ex amico di lui, al contempo ex compagno di lei (Grégoire Colin).
Denis costruisce un finto noir dei sentimenti, disseminandolo di indizi lasciati a margine della narrazione e ponendovi, invece, al centro una Juliette Binoche alle prese con i propri turbamenti.
Dotato di quella ambiguità che è cifra stilistica del cinema di Denis, Incroci sentimentali è un film respingente nella sua non linearità, eppure sa cogliere come pochi altri le oscillazioni e le contraddizioni del cuore e lo smarrimento di personaggi che non sanno davvero cosa vogliono dalla vita.
Denis declina in modo inedito il topos classico del triangolo amoroso, esplorando la natura confusa dello stato d’animo della sua protagonista e confondendo al contempo lo spettatore che la osserva.
Non è un film facile Incroci sentimentali, e probabilmente nemmeno il più riuscito della sua autrice, eppure è un’analisi tagliente e mai banale di una relazione che deflagra dal suo interno, supportata dallo sfaccettato disegno dei personaggi e da due attori immensi come Juliette Binoche e Vincent Lindon.
E’ inoltre un film che vive lo scarto fra l’idillio esotico dei due protagonisti nella parte iniziale e il loro problematico ritorno nel nido famigliare, in una Parigi inquieta e scossa dalla pandemia. Anche i luoghi, così, si fanno specchio degli stati emotivi dei personaggi, a riprova di una costruzione narrativa spiazzante, ma certamente elegante e accurata.
Paola Canali