Presentato Fuori Concorso alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia, arriverà in sala il 4 ottobre con 01 Distribution
Nel 2013, appena eletto, Papa Francesco va a Lampedusa. Nel 2021 compie un importante viaggio in Medioriente, in Iraq e Kurdistan. Gli stessi luoghi che Gianfranco Rosi ha raccontato in Fuocoammare e Notturno.
Papa Francesco in 9 anni di pontificato ha compiuto 37 viaggi visitando 59 paesi. Italia, Brasile, Cuba, Stati Uniti, il continente africano e il sud est asiatico, i suoi itinerari seguono il filo rosso dei temi centrali del nostro tempo: la povertà, la natura, le migrazioni, la condanna di ogni guerra, la solidarietà.
Gradualmente si compone il racconto di quello che è oggi il mondo. In una sorta di Via Crucis, Francesco è testimone della sofferenza del mondo e sperimenta la difficoltà di fare di più, oltre al conforto delle sue parole e della sua presenza.
Gianfranco Rosi ripercorre i viaggi del Papa visionando i filmati che li documentano. Nasce In viaggio e il suo schema è estremamente semplice: si segue il Papa, si guarda cosa vede, si ascolta cosa dice.
Recensione a cura di Paola Canali
Solo in apparenza il film più semplice e meno ambizioso di Gianfranco Rosi dopo l’impresa di Notturno (tre anni nelle zone di guerra del Medio Oriente), In viaggio è in realtà un documentario riuscito e stratificato, pur tornando nei ranghi più canonici di un’opera costruita principalmente con immagini d’archivio.
Un archivio composto di materiali non pensati e girati a scopo cinematografico, per lo più riprese televisive e giornalistiche: immagini, quindi, che utilizzano un linguaggio ufficiale e funzionale. Rosi sceglie di non alterarle o manipolarle, ma di lasciarle allo stato grezzo, facendole interagire e confrontare con nuove riprese e, soprattutto, con le immagini, indimenticabili, del suo cinema.
Ne deriva, dunque, un’opera composita e complessa, che mette in relazione la missione pastorale ed umanista di Francesco con lo sguardo documentaristico di Rosi, sottolineando una vera e propria vicinanza di punti di vista e posizioni.
Il racconto di Rosi non si pone, però, dalla parte di Francesco, bensì dietro (come mostrano molte delle riprese di spalle del Pontefice sulla Papa-mobile), tentando di scorgere i suoi lati più intimi e spezzando, così, la formalità dei discorsi scritti e delle riprese ufficiali.
Nell’osservare il Papa, quindi, Rosi imposta un dialogo a distanza tra storia recente e memoria del cinema. E’ questa la grandezza di In viaggio, che dimostra ancora una volta il talento e l’intelligenza di uno dei migliori cineasti italiani contemporanei.