Il nuovo spettacolo al Teatro di Villa Lazzaroni offre una riflessione profonda e divertente sul rapporto tra l’uomo e il lupo, mettendo in luce le problematiche ambientali e le fake news che circondano questa specie simbolica
Massimo Wertmuller torna sul palcoscenico sabato 15 e domenica 16 marzo al Teatro di Villa Lazzaroni con il suo nuovo spettacolo, In bocca al lupo, viva il lupo!, diretto da Francesco Sala. Un viaggio teatrale che esplora il millenario rapporto tra l’uomo e il lupo, un animale spesso frainteso e minacciato dalla crescente ignoranza e dalle leggende metropolitane.
Lo spettacolo affronta temi delicati e attuali, come l’estinzione imminente del lupo e la difficile coesistenza tra l’uomo e la fauna selvatica. In un’epoca in cui si cerca di proteggere tutte le specie, il lupo è ancora visto da molti come un pericolo, un “mangiatore di pecore” e addirittura una minaccia per i bambini. Ma la vera domanda che Wertmuller pone è: “Chi è davvero il pericolo per la natura? L’uomo, più che l’animale selvatico.”
Con uno stile che mescola poesia, ironia e riflessione politica, lo spettacolo di Wertmuller invita il pubblico a intraprendere una “escursione metafisica” alla ricerca di un nuovo significato nel nostro rapporto con gli animali e la natura. Senza sentieri prestabiliti o mappe predefinite, Wertmuller ci guida attraverso miti antichi e moderni, esplorando la saggezza di autori come Trilussa e Lucrezio, e facendo da mediatori tra il passato e il presente.
La musica di Pino Cangialosi, che accompagna la narrazione con suoni evocativi e richiamanti la natura, arricchisce ulteriormente questa esperienza teatrale, creando un’atmosfera di riflessione profonda, ma anche di grande leggerezza e divertimento.
In bocca al lupo, viva il lupo! è quindi più di uno spettacolo: è un invito a ripensare la nostra relazione con il mondo naturale, a riflettere sul futuro del nostro pianeta e sull’urgenza di trovare soluzioni concrete per la sua salvaguardia. Un percorso teatrale che, tra risate e emozioni, ci chiama a una nuova politica della natura, in cui le specie protette non siano solo quelle dichiarate, ma anche quelle dimenticate o demonizzate.
Alberto Leali