Dal 17 al 29 aprile al Teatro Argentina di Roma Il Sindaco del Rione Sanità secondo Mario Martone, il suo primo Eduardo dal forte senso politico e civile in dialogo con il Nest di San Giovanni a Teduccio
Dal 17 al 29 aprile sul palcoscenico del Teatro Argentina in scena IL SINDACO DEL RIONE SANITÀ secondo Mario Martone, il suo primo Eduardo scomposto e ricomposto per essere riportato alla sua potente carica di attualità.
Il capolavoro eduardiano è traslato ai giorni nostri perché, come spiega il regista, «il teatro è vivo quando s’interroga sulla realtà, se parla al proprio pubblico non solo osando sul piano formale ma anche agendo in una dimensione politica». E infatti, fonte di ispirazione è la realtà del NEST di San Giovanni a Teduccio e dei suoi giovani attori, molti dei quali vivono nel quotidiano una vera guerra di camorra che insanguina da anni la periferia napoletana.
Lo spettacolo associa realtà produttive diverse nella realizzazione di questo progetto culturale dal forte senso civile e sociale, tra i produttori: il già citato NEST, il Teatro Stabile di Torino, la compagnia Elledieffe, che porta il nome di Luca De Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi.
Dunque, la prima regia di Martone dal teatro di Eduardo nasce innanzitutto come gesto politico, che porta in scena un allestimento di energia pura, per l’originalità della direzione registica, per il linguaggio eduardiano insufflato di presente, per l’interpretazione inedita del protagonista Francesco Di Leva, attore di età più giovane rispetto al canone eduardiano. L’idea di affidare il ruolo del Sindaco a un uomo giovane e deciso, nel fisico e nel gesto – quanto il personaggio scritto da Eduardo era invece crepuscolare – pone nei fatti la figura del protagonista ancora al centro del sistema criminale che rappresenta, laddove la scrittura eduardiana ne faceva il simbolo di un sistema di valori e disvalori al tramonto, e allo stesso tempo favorisce il tentativo di sottrarre il testo al rischio della semplice rappresentazione naturalistica incarnandolo in un mondo reale drammaticamente vivo.
Il sindaco del Rione Sanità è una commedia in tre atti scritta einterpretata da Eduardo De Filippo, inserita dall’autore nella raccolta Cantata dei giorni dispari. Il protagonista, Antonio Barracano, (interpretato dal giovane Francesco Di Leva), è “il sindaco” della Sanità. Qui amministra le vicende del rione, un “uomo d’onore” che distingue tra “gente per bene e gente carogna”. In una sorta di ribaltamento del sistema legalitario, Don Antonio si avvale da anni dell’aiuto di Fabio Della Ragione (Giovanni Ludeno), un medico che, con la sua opera, sostanzialmente impedisce di portare alla conoscenza della Legge i risultati delle sparatorie e dei regolamenti di conti che avvengono nel quartiere. Chi “tiene santi” va in Paradiso e chi non ne tiene va da Don Antonio, è così da sempre. Quando però gli si presenta disperato Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), il figlio del fornaio, risoluto ad ammazzare il padre Arturo (Massimiliano Gallo), Don Antonio, cogliendo nel giovane la stessa determinazione che lo spinse all’omicidio in gioventù, si propone come mediatore avviandosi così all’incontro fatale con Arturo.
Con Francesco Di Leva in scena gli attori che compongono il gruppo storico del NEST, da Adriano Pantaleo a Giuseppe Gaudino, e con loro ci sono Daniela Ioia, Gianni Spezzano, Viviana Cangiano, Salvatore Presutto, Lucienne Perreca, Mimmo Esposito, Morena Di Leva, Ralph P, Armando De Giulio, Daniele Baselice. Le scene sono di Carmine Guarino, i costumi di Giovanna Napolitano, le luci di Cesare Accetta, le musiche originali di Ralph P, il regista collaboratore è Giuseppe Miale Di Mauro. Con la partecipazione di Massimiliano Gallo (nel ruolo di Arturo Santaniello) e di Giovanni Ludeno (nel ruolo del dottor Fabio Della Ragione).
Lo spettacolo si inserisce nel percorso di Stagione ANATOMIA DEL POTERE ovvero strategie, rappresentazioni e trasformazioni del mondo, quelle della coscienza collettiva e quelle per silenziare il pensiero. Cuore del percorso Antigone di Federico Tiezzi ad intrecciare i religiosi valori familiari e le esigenze dell’ordine pubblico; la stessa tragedia, ma vista dagli occhi del figlio di Creonte, Emone, che Antonio Piccolo riscrive sul ritmo di un napoletano reinventato; Sulla “democrazia”, ovvero sulla possibilità o meno dell’uguaglianza, Romeo Castellucci interroga Alexis de Tocqueville con Democracy in America (11 maggio, Argentina). Seguono Il Capitale di Karl Marx, regia di Marco Lucchesi, progetto speciale Mibact, rilettura contemporanea come fonte identitaria del presente (19 giugno, Argentina); ci riporta ai nuovi terrorismi Echoes, regia di Massimo Di Michele, due voci di donna per raccontare la Jihad (19 aprile, India). Nella sezione anche: Re Lear di Corsetti, Riccardo II di Stein; Macbettu di Serra; Reparto Amleto di Collalti, Viva l’Italia di Scarpetti.
Zerkalo Spettacolo