Patrocinato da Amnesty International Italia, il film arriva in sala dal 31 ottobre con Cineclub Internazionale Distribuzione. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, il premio della giuria giovani al Trieste International Film Festival
Con Il segreto della miniera la regista e sceneggiatrice Hanna Slak tocca le ferite ancora aperte della storia slovena, raccontando, attraverso la vera vicenda di un eroe del quotidiano, il valore della responsabilità individuale e collettiva.
Mette, così, il coraggioso personaggio di Mehmedalija Ali, un immigrato di origine bosniaca, in relazione con una storia più grande, quella del popolo sloveno e degli spettri di un passato (gli eccidi titini e il massacro di Srebenica) che ha ancora paura di affrontare.
Mehmedalija Ali (Leon Lučev) è un minatore esperto ed instancabile, che si appresta finalmente a godersi le vacanze in compagnia della sua famiglia. Pochi giorni prima, però, gli viene assegnato un lavoro che si rivelerà più complicato del previsto: riaprire ed ispezionare un vecchio tunnel per consentire all’impresa proprietaria di chiuderlo per sempre. Ma durante il lavoro, il minatore ritrova gli scheletri di migliaia di corpi vittime degli eccidi perpetrati alla fine della Seconda Guerra Mondiale dai partigiani di Tito. Nonostante le pressioni dei suoi superiori perché non si riporti a galla il sanguinoso passato del Paese, Mehmedalija Ali non è disposto a chiudere gli occhi e lotterà perché quei corpi vengano dignitosamente sepolti.
Un episodio che ha sconvolto la società slovena, ancora oggi incapace di guardarsi allo specchio e di prendere atto delle pagine più oscure del proprio passato, si fa simbolo di migliaia di storie simili: storie di uomini cancellati dal silenzio, dalla paura e dall’incuria della memoria collettiva.
La Slak mette in relazione i crimini perpetuati dai comunisti titini alla fine della Seconda Guerra Mondiale con i conflitti che hanno portato alla dissoluzione della ex Jugoslavia, riflettendo su ciò che resta dopo la tragedia, sul rapporto fra oblio e verità, sul desiderio di riappacificarsi con la propria condizione chiudendo i conti col passato.
Più che sulle ragioni storico politiche dei fatti, infatti, Il segreto della miniera si concentra sul racconto dell’elemento umano, seguendo il percorso psicologico di un sopravvissuto alla ricerca di se stesso e bisognoso di liberarsi dei propri affanni. Emarginato per aver insistito affinché le vittime venissero estratte ed identificate, Mehmedalija Ali ha pubblicato nel 2013 la sua dibattuta autobiografia “No One”, alla cui stesura ha contribuito anche Hanna Slak per poi adattarla in film.
La cineasta non esagera mai col dramma e la commiserazione, ma riesce a scuotere le coscienze con l’onestà e l’umanità dello sguardo: realizza, così, un bruciante film sull’oggi, che spinge a riflettere sul passato per cambiare il presente.
Alberto Leali